La Scuola Media di Bagnoli ospita più di 60 alunni miracolosamente divisi in cinque classi e che, oltre alle normali aule, hanno a disposizione diversi laboratori che arricchiscono l’offerta formativa: uno destinato alle attività artistiche, uno alla lavorazione del legno, uno a sala video, uno a laboratorio multimediale, uno ad attività di sostegno per alunni in difficoltà più la palestra, utilizzata anche da varie associazioni.
L’edificio in largo San Rocco non è antisismico (pur avendo resistito benissimo al terremoto dell’80). Nel 2007 fu approntato un progetto (dall’architetto Nappa, che all’epoca collaborava con il Comune) per l’adeguamento alla normativa per la difesa dai sismi e a quella sull’abbattimento delle barriere architettoniche. Quel progetto, perfezionato e ripresentato a vari enti in più riprese, ora è stato finanziato dal Ministero dell’Istruzione per un importo complessivo di un milione di euro. E’ una splendida notizia.
Come spesso accade, però, c’è un però. Il Comune di Bagnoli Irpino ha più volte manifestato l’intenzione di trasferire la Scuola Media da largo San Rocco a Via Anna Frank, per fare spazio all’ITIS che la Provincia vorrebbe “sfrattare”. Ma se il finanziamento è stato richiesto dal Comune per la Scuola Media, come si concilia la ristrutturazione dell’edificio con il ventilato trasferimento?
E ancora: per l’esecuzione dei lavori la Media verrà trasferita? E se sì, gli alunni torneranno a San Rocco, ad opera ultimata?
Insomma: se l’intenzione resta quella di accorpare le tre Scuole (Infanzia, Primaria e Media) in via Anna Frank, perché spendere un milione di euro?
La storia degli ultimi decenni, nel nostro paese come in tante altre realtà, soprattutto del Mezzogiorno d’Italia, è costellata di cattedrali, nel deserto che stanno diventando le nostre zone e che offendono il buon senso (a partire dalla monorotaia, certo, traccia dell’opera dell’ex assessore Branca, il quale però ha lasciato in eredità al Comune anche più di un milione di euro per “mantenimento delle radure”, ma non è stato mai ringraziato per questo; neanche da chi, come gli attuali amministratori, hanno basato tutta la propria attività su quei soldi). Non vorremmo vederne altre, di cattedrali perse nel vuoto.
Se poi l’intenzione è quella di ristrutturare l’edificio per trasferirvi l’ITIS, c’è da dire che l’ente che dovrebbe provvedere è la Provincia e non il Comune. Non solo: il cambiamento della destinazione d’uso potrebbe, a rigor di logica, far decadere il contributo.
Tanta soddisfazione per il finanziamento, dunque. Ma anche, come si vede, una bella confusione che va riportata nei binari della chiarezza di idee e di prospettive.
In qualità di Dirigente Scolastico delle scuole interessate e anche a nome di quanti in quelle scuole lavorano, io chiedo che il Comune, con atto formale, assuma l’impegno di lasciare la Scuola Media a largo San Rocco, in modo da diradare tutta la nebbia che si sta addensando sulla questione. Anche perché, in mancanza di questo atto formale, lo stesso finanziamento sarebbe a rischio serio di cancellazione.