Quel che resta del Laceno

di Giulio Tammaro

Il nuovo anno porta con se sempre buoni propositi. Spesso però resta soltanto un’idea, un desiderio, mentre tutto rimane uguale. Questo 2022, appena iniziato, può essere per Bagnoli l’anno in cui i buoni propositi diventino realtà.

Il paese si trova davanti ad un bivio: i nuovi impianti di risalita possono davvero essere il volano per lo sviluppo del Laceno oppure il paese continuerà a barcamenarsi in cerca di una nuova identità?

E’ presto per dirlo, per ora i nuovi impianti di risalita appartengono ancora ai buoni propositi, la realtà invece ci racconta ben altro. Ci mostra un paese lacerato, le ultime elezioni amministrative hanno prodotto un paese diviso in tre blocchi dove quello di maggioranza raccoglie soltanto il 40% dell’elettorato. Anche in questo caso, come per il nuovo anno, c’erano dei buoni propositi, ovvero quello di coinvolgere le minoranze nella gestione della cosa  pubblica. Peccato che ad oggi i buoni propositi tali siano rimasti. Ma questo è un altro discorso che meriterebbe un articolo a parte.

Quello su cui adesso bisogna focalizzare l’attenzione riguarda i buoni propositi per il 2022. Bagnoli e Laceno  per anni si sono “impiccati” alla querelle seggiovie, nascondendo sotto il tappeto tutto il resto. Oggi che quegli impianti, grazie alla Regione Campania, ritorneranno in vita, la domanda da porsi è: cosa resta del Laceno?

Difficile sintetizzarlo in poche righe, ci troviamo davanti una località turistica che sopravvive grazie all’impegno di persone, che nonostante tutto, continuano a promuovere e valorizzare con le poche risorse a disposizione un territorio bellissimo. Sinceramente non credo che una seggiovia da sola possa risollevare le sorti dell’intero comprensorio. Per carità è un opera importante, strategica, fondamentale per il rilancio del turismo invernale, ma da sola non basta, serve una strategia, un idea di cosa si vuole far diventare il Laceno.

Dal palco, in campagna elettorale, ne abbiamo ascoltati di buoni propositi: ponti tibetani, volo dell’angelo e tanto tanto altro, la realtà dimostra invece che manca una visione del Laceno.  Allo stato attuale la nostra località turistica somiglia tanto ad un gran bazar, per usare un eufemismo. Un casino che ha prodotto soltanto divisioni e rancori fra gli operatori del Laceno. E’ difficile districarsi adesso in questa situazione e capisco anche chi oggi si trova ad amministrare il paese. Non è semplice mettere d’accordo gruppi di persone che si fanno letteralmente la guerra da anni, dove ognuno accusa l’altro di essere la causa del declino del Laceno.

In questa situazione metterci mano è difficile, ma da un punto bisogna pur  partire.  E si può ripartire solo, e mi ripeto, avendo una strategia. Strategia significa offrire dei servizi ai turisti. Strategia significa dare una degna sistemazione agli ambulanti individuando delle aree per il commercio dove possano accedere a tutti i servizi previsti (luce, acqua potabile, servizi igienici). Strategia significa capire cosa si vuol fare degli immobili comunali presenti sul Laceno: l’Albergo al Lago, il Casone, la Caserma Forestale, tutte strutture inutilizzate e fatiscenti.  Strategia significa rendere decorosa una località che si reputa a vocazione turistica partendo dalle opere pubbliche: area camper, monorotaia, campi sportivi fino ad arrivare a quelle private. Si pensi alle diverse villette ridotte in ruderi, a quelle abbattute ma a cui non è seguita una bonifica totale dell’area, oppure al circuito dove le pietre posticce utilizzate per rivestire i muretti sono in gran parte cadute o asportate. Strategia significa riqualificare tutta l’area antistante le seggiovie, renderla moderna e funzionale.

Quel che resta del Laceno oggi invece somiglia tanto ad una nobile decaduta che ricorda con nostalgia i fasti di un tempo e non riesce a fare i conti con l’amara realtà. Che sia davvero l’anno della svolta o soltanto dei buoni propositi lo sapremo molto presto, ma senza una strategia difficilmente le sorti del Laceno cambieranno.

Buon anno a tutti.

 Giulio Tammaro

(da Fuori dalla Rete, Gennaio 2022, anno XVI, n. 1)


(Foto di Federica Russo)

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