Il Ministro Salvini ha disposto la chiusura del centro SPRAR di Riace ed il trasferimento dei migranti ospitati in altri centri.
L’accoglienza dei migranti, in Italia, poggia su due pilastri: i Centri di Accoglienza Straordinari (CAS), gestiti da privati e che determinano problemi di ordine pubblico (con i migranti abbandonati a se stessi) oltre che l’arricchimento di organizzazioni anche mafiose (vedi Roma Capitale); gli SPRAR, gestiti dai comuni, che non creano alcun problema e che svolgono una vera e propria azione di integrazione. Riace era un modello di SPRAR funzionante al meglio, riconosciuto in tutto il mondo. E allora perché distruggerlo?
Chiudere Riace comporterà problemi di ordine etico e sociale: spezzare legami e circoli virtuosi che si erano creati, ma anche far tornare il paese al deserto che era.
Ma la scelta ha una motivazione tutta ed esclusivamente politica: bisogna eliminare quello che funziona, nella politica dell’accoglienza. Bisogna lasciare in vita solo ciò che non funziona, così Salvini (che si fa chiamare “il Capitano”, come in una canzone di Dj Francesco) potrà continuare a soffiare sul fuoco dell’insicurezza e ad avere altro vento nelle vele.
E’ fortunato: Mussolini il nemico dovette andare a cercarselo in Africa. Lui, gli africani, ce li ha in casa.
Riace, resisti.
Luciano Arciuolo