In questi giorni di elezioni, voglio ricordare, una personalità di spicco Bagnolese, il nostro primo sindaco del dopoguerra. Rodolfo Cione, 1899 -1970
(Dalla “Bibliografia storica di Bagnoli Irpino” di Tommaso Aulisa.)
Il 4 novembre 1946, dopo una lunga parentesi fascista e una guerra non certo finita bene, si va per la prima volta alle urne per eleggere liberamente il Consiglio comunale, e quindi il sindaco e la Giunta.
Siamo ai primi anni post bellici e la popolazione locale risente ancora della mentalità prebellica, durante la quale la borghesia era dominante, e non poca la soggezione della gente verso di essa. Dopo l’Unità d’Italia, fino allo scioglimento dei Consigli comunali avvenuti nel 1926 con le leggi eccezionali fasciste, il Municipio era conteso da due raggruppamenti, entrambi rappresentati dalla borghesia locale: quello nel quale si identificava la popolazione della zona bassa del paese noto come Quarto di Vascio, e quello che rappresentava la popolazione della parte alta Quarto di Coppa.
Il Prof. Rodolfo Cione, insegnante elementare per oltre quarant’anni, avversato da una parte della residua borghesia, ma stimato dalla gente, era la continuità di quella famiglia dominante fin dall’Unità d’Italia, che pur non avendo mai avuto componenti nel Consiglio comunale, annoverava uomini di spicco come il medico Domenico Cione.
Durante i primi anni del dopoguerra fra gli uomini eminenti del paese, vi era appunto il Prof. Rodolfo Cione. Ma vi era pure l’erede di un’altra famiglia di spicco, i Trillo, con il dott. Michele geometra e farmacista.
E fra essi si sviluppò la contesa che lo portò ad essere il primo sindaco liberamente eletto nel dopoguerra. Ma dissidi interni, l’eterogeneità dell’amministrazione formata da socialisti, comunisti e democristiani, che il noto giornalista irpino Fausto Grimaldi definì in quel tempo “papocchio”, portarono alle sue dimissioni.
Prof. Rodolfo Cione, fu e restò, tuttavia, sempre amico della sinistra.
GIno Di Capua