Una scoperta eccezionale quella fatta dal gruppo Snam durante i lavori connessi al potenziamento della derivazione per Gaeta con la realizzazione di un nuovo metanodotto.
La Società di infrastrutture energetiche italiana durante i lavori di scavo coordinati dal bagnolese Domenico Cione, si è ritrovata davanti un vero e proprio tesoro con il rinvenimento di una serie di tombe di epoca preromana e a pochi metri di distanza una villa imperiale. Oltre all’entusiasmo per una tale scoperta, ovviamente la notizia ha prodotto anche l’urgenza per una immediata e opportuna tutela.
Nei successivi lavori effettuati dalla Sovrintendenza per riportare alla luce i reperimenti storici sono state individuate opere murarie di arginatura, databili presumibilmente all’epoca tardo-repubblicana, un livello di frequentazione dell’età del bronzo, privo però di strutture riconducibili alla presenza di un insediamento stabile nella zona e, soprattutto, un nucleo di sepolture di età preromana, databili, in base a una prima analisi, alla fine del VI-prima metà del V secolo a.C. I corredi riportati alla luce sembrano avere connotazioni che rimandano alla Campania settentrionale e testimoniano una certa omogeneità culturale nei territori tipicamente occupati dalle popolazioni aurunche-ausoniche.
La Soprintendenza ha già preso contatti con il Comune di Gaeta per individuare delle strategie di tutela e valorizzazione dei reperti, al fine di individuare un ricovero ed eventualmente uno spazio espositivo temporaneo o permanente. Per quanto riguarda invece le strutture scoperte, una volta documentate verranno ricoperte in quanto si trovano su terreni privati.