“Non amo più la Scuola come una volta. E allora qui voglio ricordare, invece, quella che ho amato”. Così nell’introduzione al suo libro “Scuola, bene comune” il professore Luciano Arciuolo, oggi Dirigente scolastico dell’Istituto Comprensivo di Nusco, si rivolge ai suoi lettori.
Quasi un’ultima lezione che dedica ai suoi ex alunni, ai nuovi, a quelli che verranno, ai docenti che continuano a credere nel ruolo fondamentale della scuola, ma soprattutto a coloro che entrano per la prima volta in questo mondo.
Poi un ammonimento dal retrogusto anatemico: “Se cercate un modo per guadagnarvi da vivere, cambiate mestiere, perché gli alunni non meritano docenti demotivati”.
Un racconto autobiografico ma anche un diario di bordo, come nella prefazione afferma Gianni Marino. Una descrizione oggettiva di “cinquant’anni tra i banchi”, dalle Elementari al conseguimento di due titoli accademici, da professore di matematica a Dirigente scolastico.
Un’indagine retrospettiva che ricostruisce fatti e ambienti, intelligenze e degrado culturale, ma anche stati d’animo.Un chiaroscuro di emozioni tra partenze e ritorni, tra quella prima gioia della parola“professore” pronunciata da un suo alunno delle Medie, alla dolorosa constatazione del disastro antropologico messo in atto dalla Buona Scuola.
Un poderoso contraccolpo allo “spirito d’impresa” che egli come capo di una istituzione scolastica dovrebbe incarnare. Un’analisi lucida di chi è stato sempre dalla parte degli ultimi e, come pochi veri onesti intellettuali, vorrebbe restituire prestigio sociale e morale alla professione docente.
Un’ uscita di sicurezza da un universo globalizzato che ha perso il suo universo interiore.
Recensione di Filomena Marino (Il Quotidiano del Sud)
LE FOTO DELLA PRESENTAZIONE DEL LIBRO A NUSCO
(di Gianni Marino)
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