Forse ci siamo! Mi sono lasciato prendere più di una volta dalla necessità di attingere notizie sul percorso della pratica amm/va inerente alla rinascita delle funivie del Laceno. Necessità di soddisfare soprattutto una pungente curiosità personale, che non mi faceva vivere bene: un’ossessione che mi raspava i timpani e mi estraniava dalle cose reali. Così, fino a quando non ho messo il dito nella piaga.
Noi anziani, vogliamo tutto e subito!
Anch’io sono amante della montagna. E non soltanto della flora ma anche della fauna.
Nella zona di “Chianizzi”, laddove “riposano” i binari della inutilizzata monorotaia, opera meritoria della Giunta comunale di cui facevo parte con fierezza, staziona, per più ore al giorno, come un casellante al passaggio del treno, a qualche metro di distanza della fontana da cui scorre l’acqua più fresca di tutto il comprensorio del Laceno, un esemplare di volpe molto bella, simpaticissima, elegante, che veramente ti strugge l’anima quando ti infila il suo sguardo languido negli occhi e ti fa capire che: “Ehi! Qua ci sono anch’io”. E la natura ti spalanca le braccia e ti annulla finanche la paura di affacciarti giù sui burroni di Caliendo.
Cos’è Laceno per noi?
La risposta la troverete nel frammento della prosa-poesia di seguito riportato, scritta da un incantato visitatore delle nostre montagne (Michele Cetta).
“…È il santuario a cielo aperto della Campania, con i suoi alberi imponenti che ne disegnano le volte e lasciano passare i raggi del sole come le vetrate sulle navate di una chiesa; con le luci che si alternano alle ombre disperse per caso e ti accompagnano sull’altare dove si è compiuto l’ultimo sacrificio sotto una grande ruota di acciaio arrugginito…Su questi pensieri è calata la sera, accompagnata dal suono dei campanacci delle mandrie che annunciava l’ora della preghiera e, per un momento, mi è sembrato di udire il profumo dell’incenso”.
Perdonatemi. Ho divagato nell’aggiungere alla sorpresa una specie di light motive, per rendere ancora più interessante quanto sto per annunciarvi.
Il dito nella piaga l’ha messo per me un mio caro amico, che tuttora lavora presso la Giunta Regionale della Campania. Dietro mio suggerimento, si è portato nell’ufficio del Responsabile del Servizio Investimenti e Pianificazione per attingere notizie riconducibili all’agognata gara di appalto dei lavori di cui all’incipit di questo mio scritto. Il menzionato Dirigente, ha tenuto a precisare tutta la disponibilità da parte sua nell’indire la gara di che trattasi non appena il Servizio rientrerà in possesso della pratica, che attualmente trovasi presso lo studio dell’arch. Antonio Verderosa di Avellino per la relativa VALIDAZIONE, in virtù della quale il progetto passerà dalla fase definitiva alla fase esecutiva.
La validazione, è quella verifica fatta da un esperto in materia intesa ad accertare la convalida dei dati tecnici e di sicurezza inerenti il piano di costruzione di una determinata opera pubblica.
Il Funzionario regionale ha fatto presente, inoltre, che nel mese di luglio c.a. ha avuto un incontro con il Dott. Verderosa (che pare sia stato indicato dal Commissario Prefettizio del Comune) il quale, nonostante quasi due mesi dalla consegna del dossier, non ha ancora date notizie in merito alla citata validazione. ll Funzionario ha precisato, altresì, che se entro il corrente mese dovesse arrivare sulla sua scrivania la prefata pratica, darebbe immediatamente il via alla gara d’appalto.
Penso che tocchi al Commissario, ora, chiedere ragguagli in merito all’incaricato alla validazione anche perché, nelle more dell’intervento sugli impianti da demolire, possano essere predisposti i piani di inizio lavori a partire dalla prossima primavera da parte dall’impresa che si aggiudicherà l’appalto.
Speriamo bene.
Antonio Cella