Il sindaco: ho dato spazio alla collaborazione, ho trovato un muro nei Giannoni.
Sgombero degli impianti del Laceno tra 60 giorni. Lo ordina il sindaco di Bagnoli Irpino Filippo Nigro. Il quale però spiega: «Le abbiamo tentate tutte con i Giannoni, fino a due anni fa proponendo una gestione che consentisse di ottenere i fondi. Ma davanti al muro, l’unico modo per rinnovare gli impianti era avere un finanziamento pubblico, e rientrare in possesso delle aree».
In sostanza il sindaco fa balenare l’idea che un’intesa tra avvocati avrebbe consentito di avere una gestione ancora con Giannoni in sella, dato che è l’unico che conosce la materia, ha le competenze e ha sostanzialmente «inventato» il Laceno.
Ma Marzio Giannoni, figlio dell’ingegnere Franco che costruì gli impianti, non si è mai fidato e sostiene che il Comune non ha titolo a sgomberarlo. Si è opposto al Tar (ricorrendo al Consiglio di Stato) che ha dato ragione al Comune sullo sgombero. La pronuncia il 2 febbraio.
«Avesse ragione, ritireremo l’ordinanza», dice Nigro. «Un errore l’amministrazione l’ha fatto – ammette il sindaco – nel 2002 bisognava ordinare lo sgombero, senza attendere tanti anni». Ma intanto i magistrati amministrativi davano torto che dice di essere titolare di impianti e costruzioni nell’area demaniale concessa quasi mezzo secolo fa.
Sono oltre 23 i cespiti (chalet, ristoranti, scuola sci oltre ai piloni delle seggiovie) che il Comune vuole fare sgomberare e Giannoni dice che sono di sua proprietà.
La storia rischia di incepparsi. Anzi la stagione invernale è finita prima di iniziare. Nigro si gioca la poltrona di sindaco (non tutti a Bagnoli concordano con la sua scelta), Giannoni si gioca i frutti di una vita passata letteralmente a spalare neve sulle piste.
Il certo per l’incerto. Di certo c’era un impianto di risalita che richiedeva quasi più tempo per risalire ai 1675 metri del Rajamagra che per tornare a valle via Amatucci e Settevalli (le due storiche piste del Laceno). L’incerto sta la promessa di un finanziamento di 25 milioni del Progetto Pilota per rifare piste, impianti e accessi alle grotte del Caliendo(progetto da 3 milioni di euro firmato dall’architetto Nello Nicastro).
«Ma il Presidente De Mita ha messo d’accordo tutti i sindaci su questa prospettiva: il Laceno motore del turismo dell’Alta Irpinia», dice Nigro. Anche se non incerto, la strada per il finanziamento appare tuttavia così tortuosa che forse sarebbe stato meglio lasciare le cose al loro posto.
«Ma noi con Giannoni non potevamo trattare per un indennizzo, non avevamo 2-3 milioni e se li avessimo avuti mandavamo le casse comunali in default. E nemmeno potevamo tenere il privato in sella in attesa del finanziamento che avrebbe configurato un aiuto di Stato», aggiunge il sindaco.
In paese ricordano un finanziamento da 12 milioni che era stato rigettato a Giannoni proprio perché soggetto pubblico e in assenza di un accordo con il Comune. Ora arriva il Progetto Pilota e il sindaco romper gli indugi. Ma non chiude la strada del confronto con Giannoni. «Ma chi verrebbe a concorrere per l’assegnazione dei nuovi impianti (quando saranno realizzati)», si chiede il sindaco retoricamente. Lasciando intravedere la possibilità per il figlio del fondatore degli impianti la possibilità di rientrare eventualmente in gioco vincendo la gara europea per la prossima assegnazione.
E Giannoni? Ha recintato l’area in concessione e l’altro giorno ha litigato con un allevatore che voleva portare in escursione dei turisti a cavallo. Parole grosse, quasi una rissa, poi l’ingegnere junior ha quasi pianto sulla spalla dell’allevatore: «Cerca di capirmi».