Si rinnova anche nel 2023 l’ormai consueto “effetto Strega” sulle classifiche di vendita dei libri: “Come d’aria” di Ada d’Adamo, il libro d’esordio risultato vincitore della LXXVII edizione, e saldamente in testa da due settimane; ha raggiunto una tiratura di 120.000 copie e ha più che raddoppiato le vendite (erano 25.000 al momento della finale, e sono già più di 60.000). In ottima posizione, rispettivamente all’ottava e all’undicesima piazza, anche le opere di altre due finaliste: “Mi limitavo ad amare te” di Rosella Postorino (Feltrinelli) e “Dove non mi hai portato” di Maria Grazia Calandrone (Einaudi). Entrambe, a parecchi mesi dall’uscita e a circa venti giorni dalla serata finale di Villa Giulia, vendono ancora tra le 3000 e le 2500 copie a settimana. Scorrendo la classifica troviamo anche al ventesimo posto: “Ferrovie del Messico” di Gian Marco Griffi, con 1500 copie a settimana, un libro che ha fatto parte della dozzina dei partecipanti, molto apprezzato dalla critica ma che non era riuscito a ottenere abbastanza voti per entrare in cinquina. Un effetto, quindi, che si distribuisce, anche se in misura diseguale, sul vincitore e sugli altri partecipanti, su autori già noti e su esordienti, su grandi e piccoli editori.
Si tratta solo di un fenomeno di mercato? Non direi, anche se dal punto di vista commerciale va sottolineato che “Come d’aria” e pubblicato da Elliot e “Ferrovie del Messico” da Laurana, due piccolissimi editori, che senza la visibilità che il Premio ha dato a questi due libri, difficilmente avrebbero scalato le classifiche. Basterebbe questo per essere contenti della spinta promozionale che un importante premio letterario riesce a dare anche a titoli e sigle editoriali che solitamente faticano con la distribuzione e che molto raramente riescono a trovare posto nelle vetrine delle librerie e a raggiungere il grande pubblico. Ma se questo e l’impatto sulle vendite, e evidente che a ciò corrisponde anche l’attenzione della stampa e, in definitiva, la circolazione dei libri, favorita anche dalle tante occasioni di incontro che vengono organizzate in occasione dello Strega, a partire dall’annuncio dei partecipanti in marzo e che ancora continua ora nella stagione dei festival estivi.
Siamo in presenza di un fenomeno a mio avviso più importante e complesso, che incide sulla reputazione degli autori, dei libri e degli editori: non tutti i premi letterari hanno questo impatto, ma una competizione che riesce a fidelizzare il pubblico dei lettori assume ai loro occhi una credibilità tale da indurli ad accostarsi non solo ai best seller internazionali o ai libri sostenuti da grossi investimenti pubblicitari, ma anche a titoli meno noti. Molti librai riferiscono che sono tanti i lettori che entrano in negozio chiedendo “i libri dello Strega” senza neppure ricordare il nome dell’autore o il titolo. Ecco da dove nasce la popolarità e il perché questo meccanismo non può prescindere dalla qualità intrinseca dei libri.
Se il lettore, che si e fidato del brand Strega, restasse deluso e non si riconoscesse nelle scelte del Premio, questo effetto svanirebbe nel giro di un anno o due, facendogli perdere una delle principali funzioni.
Giovanni Solimine – Presidente Fondazione Bellonci -Premio Strega
(da Fuori dalla Rete Agosto 2023, anno XVII, n. 2)