La terra è la madre per eccellenza ed archetipicamente parlando ha un forte legame con la sfera del femminino. Indugiando in questa ancestrale connessione, SONO TERRA condensa le idee estetiche e narrative di un umanesimo della terra, che imprime le proprie palpabili tracce nella manipolazione dell’argilla.
Devozionalmente genuflesso in un contatto diretto con il terreno su cui giace, il corpo della donna, mostratoci senza veli nelle sue candide e scarne fattezze, è depositario di un atavico potere. In un eterno languore, la venerabile istanza empirica rivelata dal gesto della sua mano attinge forza da Madre Terra: in una materna carezza le sue energie le fluiscono in grembo quale co-genitrice di vita. Un corpo in cui riverbera l’anelito di un perduto equilibrio con la natura, modellato da MARIA RACHELE BRANCA nell’assorta contemplazione della sua immutabile essenza.
Dissolto nella sua eco visiva riaffiora il sussurro della Grande Madre: in un intrinseco retaggio di matrice popolare e spirituale, la liliale presenza che la invoca ha cura della fertilità del presente, quale tenace custode del suo futuro, così come enunciato dall’elmo bronzeo che le cinge il capo.
Testo critico di Rossella Della Vecchia