Probabilmente le elezioni europee del 26 maggio saranno ricordate, in futuro, come un momento cruciale della storia del nostro continente.
Per la prima volta dalla seconda Guerra Mondiale, infatti, non si fronteggiano visioni diverse dell’Europa (quella liberista e quella dello stato regolatore, ad esempio), ma scelte sulla esistenza o meno di una Unione Europea e del modello sociale da essa rappresentata.
Certo l’Europa ha gestito malissimo la crisi del 2008, affamando intere nazioni (la Grecia…), impoverendo il cosiddetto ceto medio e abbandonando nella disperazione i più deboli. Da questo punto di vista è necessario fare ancora molta strada e cambiare tante cose.
Ma l’Europa è anche l’unico posto in cui la democrazia è salda, il sistema fiscale garantisce una Scuola pubblica e una Università quasi gratuite e mediamente migliori di quelle private; una assistenza sanitaria universale; un reddito o un sostegno a chi perde il lavoro o ne è privo.
L’Europa è anche il luogo in cui le due guerre mondiali hanno lasciato l’insegnamento pacifista più incisivo, che rischia di essere spazzato via dal risveglio di nazionalismi e fascismi che, non dimentichiamolo mai, quelle guerre le avevano causate.
Quali sono i modelli sociali ai quali fanno riferimento quelli che vorrebbero demolire la casa europea, i Salvini, gli Orban, i cosiddetti “sovranisti”? Essi guardano all’America di Trump, che sta tentando di cancellare l’assistenza sanitaria universale di Obama. O alla Russia di Putin, dove gli oppositori (se sono ancora vivi…) entrano ed escono dalla galera.
Bene, gli Stati Uniti di Trump e la Russia di Putin stanno lavorando da anni per indebolire l’Unione Europea o per demolirla, per eliminare un pericoloso concorrente.
Lo provano la presenza fissa di Steve Bannon in Europa e l’appoggio finanziario e le fake news prodotte in serie dai russi, che sono chiaramente di appoggio alle politiche eurofobiche di Salvini e Orban.
Per tutto questo io stavolta voto.
E voto a sinistra perché è l’unico modo serio di dire no a Salvini (visto che il M5S non è credibile in questo, essendone alleato di Governo). Voto a sinistra perché fuori di essa non c’è niente di alternativo alla desolazione attuale, nessuna speranza, nessuna nuova e concreta prospettiva.
Voto a sinistra perché lì hanno avuto il coraggio di candidare Pietro Bartolo, medico-simbolo di Lampedusa, dell’accoglienza e della solidarietà, e perché anche solo questo basta a lanciare un messaggio chiaro contro chi vuole la distruzione dell’Europa e l’imbarbarimento dell’Italia.
Luciano Arciuolo