Dalla rilettura del giornale Roma, venerdì 23 agosto 1929 aVII E.F. (Archivio Storico Benedetto Petrone, fondo Irpinia) si evince come l’esperienza della colonia montana Padre Semeria, ospitata presso le scuole San Rocco, nel 1929, giunta al quinto anno di attività, sia un esempio di carità cristiana e di gestione alternativa alle colonie marine gestite dalle organizzazioni del Partito Fascista.
Cronache del Meridione. Dall’Irpinia
La colonia Semeria a Bagnoli Irpino
(A. Capozzi) — 21 agosto 1929 Come negli anni passati, non è mancata a Bagnoli Irpino la nota gaia e vivace, i canti sonori e vibranti nell’intonazione ardente di patriottismo caldi di pietà religiose dei fanciulli della «ColoniaSemeria». Questa provvida istituzione si deve a quell’uomo tuttocuore, ormai interamente consacrato all’opera del Meridionale che risponde al nume di Semeria. L’idea fu sua, la sua parola persuasiva determinò il Conte e la Contessa Ivanovich a sobbarcarsi alla non lieve impresa, e a provvederla di tutto il necessario. Non è una colonia marina.
Al mare tutte le Provincie d’Italia mandano ormai falangi di fanciulli gracili e infermicci. Quello a cui il meridionale non s’era pensato è che vi sono intere categorie di bambinidi complessione gracile, di temperamento cosi particolarmente sensibile da richiedere non l’aria vibrata delle nostre spiagge, ma l’aria ossigenata e non meno ristoratrice dei nostri monti.
E la colonia Sèmeria provvede a questa necessità, sfuggita finora quanti si occupano di profilassi infantile e di sanità pubblica.
Sono circa sessanta bambini, tutti reclutati nell’ambiente popolare napoletano, dietro precise designazioni mediche
La vita è intensa, nelle brevi ore che i ragazzi passano in casa, perché la maggior parte della giornata la trascorrono su pei monti verso l’altipiano Laceno pei boschi di faggio e di castagno, in un a libertà e attività ristoratrice, spesso dal mattino alla sera, divorando saporitamente abbondanti merende alla zolla fresca delle sorgenti dell’Irpinia. Il loro vitto è abbondante e sano, casalingo, ma variato. Per questa seconda parte applicano la loro sagacia ed esplicano le loro risorse le suore di S Giuseppe che attendono allla cucina e al guardaroba: per il resto pensano i Padri Barnabiti e soprattutto e tutti, il R P Nicola Giannuzzi, l’attuale rettore del Collegio Bianchi di Napoli, che è l’anima della colonia, il papà di quei sessanta diavoletti e spesso fa anche da mamma. E provvede a tutto. Studia le passeggiate, pensa alla corrispondenza settimanale dei bambini con le loro famiglie, assiste ai pasti, informa la loro vita a principi cristiani di civiltà e di morale….Ne forma la vita religiosa …Perché lo scopo della colonia è sanitario, igienico, ma la carità cristiana che solo regge quest’opera non dimentica che mentre si prestano sussidi e cure al corpo, è dovere non meno sano educare, risanare, gettando basi di incrollabile onestà anche agli spiriti.
Antonio Camuso
(da Fuori dalla Rete, Settembre 2019, anno XIII, n. 4)