Superato anche il limite della (in)decenza

di Mimmo Nigro

Per un errore nell’impaginazione è stata pubblicata sul giornale (cartaceo) “Fuori dalla Rete” una prima bozza dell’articolo, mancante di una parte finale che l’autore aveva successivamente inserito. Ci scusiamo per l’inconveniente.


«In politica si può perdonare quasi tutto perché la politica è difficile, scombina i piani, corrompe le certezze. Ma “quasi tutto” non vuol dire tutto. Quel “quasi” sta a indicare che un limite di decenza esiste ovunque, perfino in quel pittoresco bordello. …».

Prendiamo spunto da quest’ammonimento, estratto dalla rubrica L’Amaca di Michele Serra del 16.5.2018, per segnalare e denunciare che anche a Bagnoli, così come accade nei palazzi romani, c’è stato il superamento di quel limite, di quella barriera che si chiama decenza ma anche decoro, dignità, serietà, coerenza, e che non ammette alibi, giustificazioni. A tanti concittadini è sembrato sconcertante il superamento di quel “confine” che gli stessi crociati dell’integralismo morale (alla paesana) avevano minuziosamente perimetrato e picchettato su tutto il territorio comunale.

Con questo fulmineo cambio di rotta se qualcuno pensa di essersi finalmente accreditato presso l’establishment provinciale (una vera e propria ossessione) deve anche sapere che a Bagnoli ci ha perso la faccia. Negli ultimi 10 anni ci è stato ripetuto fino alla noia che in politica bisognava saper scegliere tra chi appartiene a un sistema di potere, inqualificabile e vergognoso, fatto di familismo clientelismo e lobby d’affari, che imperversa nei nostri borghi da oltre 50 anni, e chi invece eroicamente prova a contrastarlo perché eticamente e politamente inaccettabile.

Sulla (presunta) questione morale si sono edificate a Bagnoli ben due virulente campagne elettorali amministrative (2008 e 2013) che hanno lacerato il paese, diviso la comunità. Una forte contrapposizione, anche sul piano personale, che non si vedeva dai tempi delle grandi battaglie ideologiche degli anni 60/70 del secolo scorso.

Sono ben impressi nella memoria di tanti bagnolesi gli anatemi e le invettive lanciate a più riprese dagli attori del (presunto) new deal: accuse pesanti rivolte agli avversari politici e alle loro famiglie anche in consessi istituzionali. Si è parlato, in qualche circostanza, finanche di “tangenti”. E che dire poi degli epici comizi elettorali nei quali venivano evocate, metaforicamente, addirittura le catene (da spezzare!). A fare da colonna sonora a quella suggestiva sceneggiatura – a questo punto sarebbe meglio definire sceneggiata – anche la bellissima canzone di Fabrizio Moro, “Pensa”, i cui versi sono dedicati alle eroiche vittime della mafia e della camorra.

Per qualcuno sembra tutto dimenticato: i comportamenti di un tempo avvolti nell’oblio, l’eco delle parole spazzate via dal vento. La gente appare invece frastornata, disorientata ma soprattutto arrabbiata e delusa. Cambia a questo punto, come ironicamente segnalato sui social da Giuseppe Caputo, anche la colonna sonora della campagna elettorale in corso: «Chi ha avuto, ha avuto, ha avuto, chi ha dato, ha dato, ha dato, scurdámmoce ‘o ppassato, simmo ‘e Vagnulo paisá!».

Considerati gli antefatti narrati – qualcuno avrebbe detto «andate a rileggervi le carte se non ci credete» – ha dell’incredibile l’accordo politico siglato alla vigilia della presentazione delle liste elettorali. Un acuto osservatore delle dinamiche politiche locali ha definito questa manovra elettorale avventata, spregiudicata, da Alta Scuola Politica (Nusco docet!), ovverosia la più grande operazione di restaurazione del vecchio sistema dal dopoguerra a oggi e che rischia di riportarci indietro di almeno 30/40 anni.

Paradossalmente questa vicenda anziché andare, come da molti auspicato, nella direzione di pacificare il paese ha, se possibile, allargato la voragine, alzato nuovi muri, diviso ancor di più la comunità, provocato rigetto e disgusto per le solite manovre di Palazzo.

La polpetta avvelenata servita a poche ore dalla chiusura delle liste al sindaco uscente Filippo Nigro e ai due consiglieri di minoranza Dario Di Mauro e Maria Vivolo (quanta ingenuità), più che un’abile operazione politica rappresenta il segno più evidente del degrado politico e culturale che stiamo vivendo.

Molto più banalmente il «contratto» stipulato – che fa pensare al virus “Cirietta”, il cosiddetto patto di ferro tra Ciriaco De Mita e Rosetta D’Amelio che sta infestando e dilaniando tanti comuni dell’Alta Irpinia – sarà forse ricordato a Bagnoli soltanto per «l’utile» riconciliazione di una “casata”.

Alle candidate e ai candidati delle due liste in campo, invece, va, nonostante tutto, il nostro  applauso e la nostra ammirazione per il coraggio mostrato in tempi nei quali nessuno vuole metterci la faccia. Allestire una lista è una fatica immane. A loro va anche il nostro sincero «in bocca al lupo», con la speranza però che non ci rispondano in fretta e con il canonico «crepi il lupo» o «viva il lupo», ma possibilmente, e riflettendoci tanto, con «fuori il lupo!». E fuori anche i «mercanti» dal Tempio, come ebbe a dire, con coraggio, duemila anni fa un Uomo che ha fatto la storia dell’umanità.

Sembra una questione semantica di poco conto. Invece è tutta qui la prova del nove da superare, la vera sfida da vincere quando calerà il sipario su questa malinconica tornata elettorale. Affrettarsi a smentire inciuci e condizionamenti, com’è stato fatto alla presentazione delle liste, è un errore, non aiuta a prendere consapevolezza del rischio, non allontana il pericolo. La spada di Damocle c’è, lo sanno anche i bambini, bisogna solo avere il coraggio di guardare in faccia la realtà e affrontarla con personalità e determinazione.

Dobbiamo comunque riconoscere, con obiettività, che molte delle persone che hanno accettato la sfida elettorale hanno mostrato sin dalla presentazione sincerità d’animo, energie positive, idee chiare e progetti ambiziosi. Se avranno la capacità di fondere all’interno di un gruppo coeso tutte queste positività e contemporaneamente avere anche la fermezza di tenere lontano dalla Casa Comunale gli imbonitori, i camaleonti, i falsi moralizzatori, gli opportunisti e i mercenari, si potrebbero aprire per Bagnoli grandi prospettive ed un sicuro ritorno agli antichi splendori. Come diceva un vecchio saggio: «Da una mala spina potrebbe sbocciare una splendida rosa».

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“La coerenza è comportarsi come si è, e non come si è deciso di essere” (Sandro Pertini)

Mimmo Nigro

(da Fuori dalla Rete, Maggio 2018, anno XII, n. 3)


PER NON DIMENTICARE …

(“Ottopagine” del 16.4.2008, all’indomani della vittoria elettorale dell’avv. Aniello Chieffo)

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