La piccola regione del Sud, nuova meta (poco nota) di cavatori e appassionati, cerca un posto al sole nel settore dominato dall’oro bianco piemontese.
Tartufo? In Piemonte, certo. Ma il Molise non sta a guardare. Cresce come destinazione di raccolta per il tartufo la piccola regione meridionale, suscitando un’attenzione sempre maggiore da parte di cavatori e appassionati. Una tendenza, ancora non chiaramente emersa, ma che «rischia» nel lungo termine di fare un po’ ombra anche alla più nota e famosa Alba (che, beninteso, resta leader): ad oggi, infatti, il Molise possiede il 40% della raccolta nazionale di tartufo e l’80% della produzione va all’export. Un dato economico poco conosciuto. È il trend di mercato che registra e comunica «MoliseFood», progetto di promozione di qualità enogastronomica e turistica.
Nelle zone più asciutte del Molise si raccoglie invece lo Scorzone, tartufo con forma globosa, con l’esterno detto scorza nera con verruche a forma di piramidi rigate in maniera trasversale. La polpa varia dal colore nocciola chiaro al bruno ed è attraversata da numerose venature bianche. Nella stessa zona di trova anche l’Uncinato, tartufo di colore nero con verruche a forma di piramide, la polpa è inizialmente biancastra poi diventa di colore nocciola e infine brunastra.