La primavera è la stagione ideale per gli appassionati di trekking. Le temperature non sono estreme, c’è luce fino al pomeriggio inoltrato, le fioriture trasformano le passeggiate in un percorso attraverso tavolozze di colori. La Campania propone una miriade di itinerari, di difficoltà variabile e di caratteristiche molto diverse. Angelo Mattia Rocco, trentottenne di Bellizzi, guida ogni anno migliaia di persone attraverso percorsi nella natura e ha creato un’agenzia specializzata per chi voglia vivere esperienze di trekking in Campania.
«Le opportunità sono tante – dice – ma va fatta una premessa. È fondamentale cimentarsi nelle escursioni con l’equipaggiamento adatto al percorso. Le scarpe da trekking sono necessarie sempre. Per le escursioni di base e senza grossi dislivelli può bastare uno zaino con acqua, panino ed antipioggia. Mano a mano che cresce la difficoltà sono di aiuto i bastoncini da trekking, che però vanno bene utilizzati, il gps, la bussola, la cartografia, un kit per il pronto soccorso. Aggiungo che non esistono limiti di età – una volta ho accompagnato un 88enne ed andava benissimo e possono partecipare anche i bambini non piccolissimi – ma è necessario che si calibrino i percorsi sulle proprie capacità ed esperienze».
Per i neofiti un buon inizio, sottolinea la guida, è certamente l’altopiano del lago Laceno. «È un itinerario – spiega – immerso nel verde, di difficoltà medio-bassa, adatto a tutti (anche ai bambini) e utile per avvicinarsi al mondo dell’escursionismo e della montagna». Accessibile ai principianti è pure il circuito delle Acque Nere sul Terminio, vetta dei Monti Picentini.
«Si passeggia nella faggeta e s’incontrano corsi d’acqua, cascate e grotte». Nel Salernitano una possibilità per tutti è il Sentiero dei Limoni, che si snoda tra Maiori e Minori. Si cammina in un paesaggio mozzafiato, accompagnati dal profumo dei limoneti a terrazza, regno dello sfusato amalfitano. «È un sentiero – spiega Rocco – più agevole del celebre Sentiero degli Dei. Il quale, tengo a sottolinearlo perché spesso lo si affronta con superficialità, non è una passeggiatina e ha tratti piuttosto esposti. Va percorso con cautela e giusta attrezzatura».
Molte le possibilità di trekking anche in provincia di Napoli. «Sul Vesuvio – ricorda la guida – c’è il percorso nella Valle dell’Inferno, che è di media difficoltà. Io lo imbocco da Ottaviano e salgo fino al vecchio cratere del Monte Somma». Tra le altre opportunità in provincia di Napoli: il Sentiero dei Fortini ad Anacapri, con squarci sul blu del
mare, e quello della Sperlonga, che un tempo collegava Vico Equense a Castellammare di Stabia, in penisola sorrentina, ma ora s’interrompe a causa di una vecchia frana.
Anche lì paesaggi suggestivi, ma sarebbe utile che si mettessero indicazioni e si manutenessero i sentieri. Nei Campi Flegrei, per chi non si lascia scoraggiare dal bradisismo, tra le molte possibilità c’è il percorso nel cratere degli Astroni, oggi oasi del Wwf, e nel Monte Nuovo. C’è pure l’opportunità di praticare trekking – o almeno qualcosa che ad esso assomigli – nel pieno della città di Napoli.
Come? Inerpicandosi per le scalinate che collegano la parte bassa della città con la zona collinare. Il Petraio, per esempio, che con oltre 530 scalini sale dal corso Vittorio Emanuele fino a via Caccavello, da dove poi in cinque minuti a piedi si raggiunge Castel Sant’Elmo e il belvedere che affaccia sulla metropoli. Da Castel Sant’Elmo si può ridiscendere verso corso Vittorio Emanuele attraverso un’altra celebre scalinata: la Pedamentina.
Fabrizio Geremicca -Corriere del Mezzogiorno