Un busto fuso in bronzo firmato Patroni

di Dino Vincenzo Patroni

Mi corre l’obbligo di ringraziare il Dott. Pietro Guzzo, scrittore biografo del filosofo ed economista di fama mondiale Antonio Genovesi, Maestro della Scuola di Economia, nato a Castiglione (Salerno) nel 1713 e spentosi a Napoli nel 1769, per avermi invitato ad essere tra i relatori alla presentazione di questo suo ultimo lavoro dal titolo: Antonio Genovesi-Biografia.

Sono grato altresì al Dott. Guzzo per avermi chiesto per la copertina di questo suo libro di poter utilizzare l’immagine del busto eseguito ad Antonio Genovesi da mio nonno, lo scultore ritrattista salernitano (di adozione), Diomede Patroni.

Ho avuto così l’opportunità di raccontare alle Autorità cittadine e al pubblico presenti nella Sala del Comune di Castiglione del Genovesi sabato 19 c.m. la storia di questo busto in bronzo eseguito magistralmente nella piena maturità artistica dello scultore che, nato a Bagnoli Irpino nel 1880, visse ed operò per tutta la sua vita a Salerno e nel mondo. Per l’occasione ho mostrato al pubblico presente anche il modello originale della bella medaglia eseguita invece da mio padre, Corrado Patroni (Salerno 1920-1979), per Antonio Genovesi in occasione del Bicentenario della Istituzione della Cattedra di Economia prima nel mondo creata presso l’Ateneo napoletano nel 1754. La medaglia di Corrado Patroni, dal diametro di mm. 50, coniata in pochi esemplari in bronzo e ancor più pochissimi in argento per fortunati privilegiati, nello stabilimento Lorioli a Cernusco sul Naviglio (Mi) nel 1954 per conto della Camera di Commercio di Salerno, è considerata da esperti numismatici un capolavoro della produzione medaglistica del Maestro salernitano prematuramente scomparso.

Grazie all’insegnamento ricevuto da mio nonno Diomede e da mio padre Corrado, miei primi maestri d’arte e di vita, ho l’onore di continuare, come artista rappresentante la IV generazione degli Scultori Patroni, il percorso artistico intrapreso dal mio trisavolo e capostipite Raffaele Patroni già dal lontano 1853.

Dino Vincenzo Patroni

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