Qualche giorno fa, una signora di Bagnoli mi ha chiesto notizie sulla processione della Madonna dell’Assunta: voleva sapere perché sono due le processioni, la prima nel pomeriggio del 14 agosto di andata a Fontigliano e la seconda nella serata del 15 agosto di ritorno a Nusco. D’acchito ho pensato ad un semplice motivo devozionale. Invece, ho scoperto che vi è anche un motivo avvolto nella leggenda che vi voglio raccontare.
Nel 1709 Serafino Montorio, domenicano e priore del convento napoletano di S. Maria della Sanità, pubblicò un libro dal titolo lo Zodiaco dedicato al culto della Madonna nel Mezzogiorno così come era stato condotto nei due secoli precedenti. Le leggende dello Zodiaco rappresentano per lo storico della mentalità popolare un prezioso e ricco documento sulla devozione mariana nel Mezzogiorno. Nel libro si leggono due paginette sul Culto della Madonna di Fontigliano.
“Non più di due miglia lungi dalla Città di Nusco, in un bosco non meno folto che grande, detto di Fontigliano, c’è un Monastero dedicato a S. Maria ben costruito e molto frequentato dai paesi vicini dove si adora una statua della Madonna miracolosissima”.
L’antichità del luogo era dimostrata anche dalla robustezza delle mura, dei colonnati di pietra intagliata e diverse lapidi ivi esistenti e dai numerosi bassorilievi ed iscrizioni in buona parte consumate dal tempo divoratore. Si raccontava che prima vi era un Monastero andato in rovina e Santo Amato vescovo, vedendolo abbandonato, lo ricostruì consegnandolo ai Monaci Benedettini Neri e donando loro addobbi, pecore e terreni. Si adorava una pregevole statua di legno, una scultura con la madonna seduta che tiene in braccio un grazioso bambino ( che non poteva essere l’Assunta).
Gli abitanti di Nusco e Bagnoli se la contendevano, mostrando una grande venerazione con diverse processioni sempre scalzi durante tutto l’anno. La contesa religiosa – a cui era sottesa una questione territoriale di rivendica da parte dei due paesi che durò due secoli – sfociò in litigi sempre più esasperati e senza esclusione di colpi. Anche con spargimento di sangue.
Nel 1785 ebbe fine tale contesa territoriale: Nusco ebbe la Chiesa e la Fiera mentre Bagnoli i castagneti. Ai Bagnolesi risentiti che minacciavano rappresaglie, i Nuscani risposero trasportando la statua della Madonna nella cattedrale di Nusco e sostituendola a Fontigliano con una di cartapesta. Ma i Bagnolesi non abboccarono e di notte “rapirono la statua per divota invidia” e se la portarono nel proprio paese. La leggenda vuole che la Madonna, contrariata da tale rapimento, non volle accettare la nuova residenza e miracolosamente si fece ritrovare di nuovo nella Chiesa di Fontigliano. Con sorpresa di tutti ma soprattutto dei ladri che capirono la lezione. I Nuscani, allora, sospettosi che si potesse ripetere l’oltraggio presero l’abitudine di conservare a Nusco la Statua che ogni anno veniva portata in pompa magna a Fontigliano e avendo cura di riportarla al sicuro il giorno dopo a Nusco con una processione memorabile.
Giovanni Marino