Quando sono entrato al cinema per vedere Wonder di Steven Chbosky, trascinato da una mia grandissima amica, confesso che sono andato senza aver visto il trailer di presentazione, quindi decisamente a scatola chiusa. Dopo due ore e mezza sono uscito dalla sala parecchio frastornato per la meraviglia che avevo appena visto, in cui le lacrime avevano fatto da contorno almeno per gran parte del tempo.
Ebbene si il film è la trasposizione del romanzo The Perks of Being a Wallflower (pubblicato in origine in Italia con il titolo Ragazzo da parete), in cui il protagonista è il piccolo August Pullman detto Auggie, interpretato magistralmente da Jacob Tremblay: il piccolo nel film nato con una deformazione facciale, vive perennamente tra le mura domestiche con i suoi genitori, Isabel (la straordinaria e sempreverde Julia Roberts), madre affettuosa ma dal carattere forte (è lei a spingere affinché il figlio frequenti la scuola), e Nate (l’attore, personalmente parlando, migliore del panorama hollywooodiano Owen Wilson), un padre tenero e simpatico, inoltre il piccolo è guidato da un’amorevole sorella maggiore, Olivia (Izabela Vidovic) detta Via, che resiste con pervicacia alla frustrazione di dover restare sempre in secondo piano rispetto al fratello, fino a quando alla fine del film (non vi preoccupate non spoilero) avrà la sua grande soddisfazione; fino a quando un giorno, Auggie non decide di abbandonare casa per uscire in pubblico per la prima volta, iscrivendosi a scuola. Da lì in poi, il tortuoso contatto con il mondo esterno, farà del piccolo Auggie un guerriero che passo dopo passo, si approprierà di una non normalità che lo porterà non essere denigrato ma bensì essere l’eccezione in un mondo forse troppo abitudinario e stereotipato.
Nel corso della pellicola, a noi ultimi romantici, sarà impossibile non buttare qualche lacrima, quindi, oramai finita la programmazione al cinema, la prima volta vi consiglio di vederlo da solo, e mi permetto di consigliarlo per il cinema all’aperto estivo, rassegna presente negli ultimi anni nel programma estivo bagnolese. Il film, da parte mia, già il migliore dell’anno oltre a consacrare definitivamente, per chi aveva qualche dubbio, Owen Wilson e Julia Roberts nel gotha del cinema, lascia tra tanti significati un grande insegnamento: “quando ti viene data la possibilità di scegliere se avere ragione o essere gentile, scegli di essere gentile”.
Quante volte nella nostra vita, in cui fortunatamente sussiste ancora il libero arbitrio, ci siamo trovati di fronte a situazioni spiacevoli difficili da affrontare. Ebbene magari anziché usare parole non proprio al miele, attuare l’indifferenza è sempre l’arma migliore. Ma soprattutto, imparare a porgere l’altra guancia. Quello fa la differenza.
Daniele Marano
(da Fuori dalla Rete, Aprile 2018, anno XII, n. 2)