Il primo amore non si scorda mai recita un famoso proverbio e come dimenticare la prima tappa arrivata nel 1976. Laceno e Bagnoli furono protagoniste dell’ottava e nona tappa. L’altopiano ospitò l’arrivo dell’ottava tappa partita da Selva di Fasano mentre il giorno successivo la piazza di Bagnoli fece da scenario alla partenza della nona tappa conclusasi a Roccaraso.
La cinquantanovesima edizione della “Corsa Rosa”, si svolse in ventidue tappe dal 21 maggio al 12 giugno 1976, per un percorso totale di 4162 km. Partenza da Catania e arrivo a Milano. A vincere fu l’italiano Felice Gimondi, che completò il percorso in 119h 58’15”, precedendo il belga Johan De Muynck e il connazionale Fausto Bertoglio. A 34 anni, “Nuvola Rossa”, soprannome affibbiatogli dal grande Gianni Brera, si aggiudicò il suo terzo ed ultimo Giro, vincendo il duello con il belga De Muynck nella cronometro dell’ultimo giorno, sul circuito di Arcore. In questa edizione del Giro d’Italia fu istituita la classifica giovani, che premiava il ciclista di età inferiore ai 24 anni, che realizzava il miglior piazzamento nella classifica generale. L’edizione del 1976 rimase tristemente famosa per la morte del corridore spagnolo Juan Manuel Santisteban avvenuta durante la prima semitappa del primo giorno, a Catania. Il Giro venne trasmesso in tv per la prima volta su Rai 2 e in radio da Rai Radio1.
28 maggio 1976: Ottava tappa Selva di Fasano- Lago Laceno
L’ottava tappa del Giro d’Italia 1976 partì venerdì 28 maggio dallo zoo-safari di Selva di Fasano con centodieci concorrenti e a dispetto dei pronostici non fu molto selettiva, una ventina di corridori, infatti, si disputarono la vittoria allo sprint. Il primo attacco fu di Conati, Baronchelli e Rossignoli, subito placato da Rottiers e Moser. A 3 km da Noci vanno invece in fuga Rossi, Caiumi e Francioni seguiti da Algeri e poi Delcroix. Il traguardo regionale di Noci (km 27,9) è vinto da Rossi. S’instaura la calma che dura fino al traguardo 131 Fiat presso il bivio di Genzano di Lucania dove ancora una volta s’impone Rossi beffando Fabbri e Bal. La metà del percorso viene superata alle 12:24 dal gruppo compatto. Allunghi isolati del corridore bagnolese Rocco Gatta, di De Vlaeminck e Trinchella. De Vlaeminck va in fuga a Rapolla seguito da Draux, Knudsen, Mendes e qualche metro addietro Prieto, Bortolotto e Perletto. Giunti a Melfi Oliva si aggiunge al gruppo di testa prevalendo su Perletto e Bortolotto. In contemporanea Conati allunga e sorpassa Delcroix su Panizza. De Vlaeminck e Draux arrivano soli in fuga a laghi di Monticchio con 35 secondi di vantaggio. A 50 km dall’arrivo il vantaggio arriva a 58 secondi mentre Guardrini fu ripreso dal gruppo.
I due belgi invece desistevano a 46 km dall’arrivo. A Lioni, Sercu precede Sorlini, Conati, Delcroix e Giuliani, mentre il gruppo insegue a circa a 100 metri di distanza. Subito dopo Sercu passa a condurre la corsa ma il suo tentativo ha breve durata. Giunti a Nusco il belga stacca di nuovo di 25 secondi Caverzasi e di 55 secondi il resto del gruppo. A Bagnoli Irpino Caverzasi è a 44 secondi dalla lepre ed il gruppo a 1 minuto e 12 secondi. Superato il centro abitato continua la lotta fra De Muynck che passa in testa seguito subito da Sercu e Bellini. Quando però la salita si fa più dura ecco lo scatto di Panizza che raggiunge De Muynck e passa in testa. I due saranno raggiunti a 1.200 m dall’arrivo da De Vlaeminck che vincerà e alle sue spalle lo seguiranno Merckx, Gimondi, Bertoglio e Battaglin. Per Moser invece i problemi intestinali gli fanno perdere terreno in salita, taglierà il traguardo 59 secondi dopo.
Questione di pancia e Moser la fece nel cappellino
Giro d’Italia edizione del 1976, per la prima volta la corsa rosa arriva a Lago Laceno. Il giorno precedente, nella crono di Ostuni, lo “Sceriffo” si prende la maglia rosa a discapito del belga De Muynck ma la sera, durante la cena mangia qualcosa che gli mette in subbuglio lo stomaco. Il giorno successivo nella tappa che da Selva di Fasano porta a Lago Laceno per Moser è un’odissea. I dolori sono lancinanti e scivola in fondo al gruppo, finché non decide che la soluzione migliore per risolvere il problema è di farla nel cappellino e lanciarlo via lontano. La mira, per lo Sceriffo, a dispetto del soprannome non è delle migliori e colpisce in pieno Patrick Sercu. Nessuno vuole stare nella scia del belga: «Vattene», gli gridarono. Lui schizza via. Lo riacchiappano soltanto a 3 km dall’ arrivo. In volata, De Vlaeminck batte Merckx. Terzo è Felice Gimondi che strappa la maglia a Moser. Vincerà il Giro.
(da Fuori dalla Rete – La Calzetta del Giro, Edizione Speciale 09 Maggio 2023)
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