Bagnoli, un paese in cerca di alibi

di Giulio Tammaro

Volge al termine questo 2020 sfregiato dal Covid-19. Non è certo l’anno che auspicavamo. L’emergenza sanitaria ha stravolto le nostre vite e monopolizzato anche l’agenda politica locale e nazionale. In questi mesi sospesi non si è parlato altro che di Covid-19, di curva epidemiologica, di vaccini e quant’altro.

Ma come recita un antico proverbio: “non tutti i mali vengono per nuocere”. La pandemia ha limitato gli spostamenti, ci ha costretto a stare in casa, ma allo stesso tempo, quando le maglie delle restrizioni si sono allentate, in tanti hanno scelto il Laceno per trascorrere qualche giorno di vacanza.

Un’occasione eccezionale per il rilancio del comprensorio, che probabilmente si ripeterà nella prossima estate se, come sembra, l’emergenza sanitaria non sarà del tutto superata. Eppure anche in questa occasione il Laceno si è fatto trovare impreparato e soltanto, l’accoglienza degli operatori turistici e il buon cibo offerto dalle tante strutture ricettive hanno in parte attenuato il problema.

Una località turistica per essere tale dovrebbe offrire dei servizi, sul Laceno invece da anni sono evidenti molte carenze. Non si può definire una località turistica, se non riesce nemmeno a gestire il carico di rifiuti urbani. È fuori da qualsiasi logica che sull’altopiano non ci sia un area riservata ai camper munita dei servizi essenziali (acqua potabile, energia elettrica, scarico acque reflue).  È quantomeno assurdo che l’altopiano sia sprovvisto di una copertura wi-fi decente.

Quelli appena elencati sono soltanto alcuni dei tanti problemi che ormai il Laceno si trascina da anni. Siamo privi di una qualsiasi idea di sviluppo turistico. Mentre gli altri parlano di target e di flussi turistici noi non siamo in grado di istituire una guardia medica diurna durante le festività agostane.

Il rifacimento degli impianti sciistici da soli non salveranno il Laceno e se davvero si vuole rilanciare il turismo è arrivata l’ora che tutte le parti sociali di questo paese (amministratori, imprenditori, società civile) si siedano intorno ad un tavolo ed inizino a decidere le strategie da attuare.

Quello del Laceno però non è l’unico problema che affligge Bagnoli. In questo 2020 monopolizzato dal Covid-19 tanti Sindaci dell’Irpinia si sono attivati per provare a combattere un altro atavico problema: lo spopolamento delle aree interne. La cosa assurda è che quello dello spopolamento sembra sia una problematica che non ci tocca. Eppure tanti giovani Bagnolesi continuano ad emigrare in cerca di un futuro migliore.  Indubbiamente non si risolve il problema con l’esenzione delle imposte riservate al Comune o cedendo a prezzo simbolico un edificio abbandonato del centro storico, con l’impegno di trasformarlo in una degna abitazione ma incentivando con misure ad hoc l’imprenditoria locale, il commercio e il turismo, però anche queste misure possono quantomeno in parte alleviare il problema e allo stesso tempo: incentivare le giovani famiglie a restare a Bagnoli e preservare il patrimonio abitativo presente in paese.

C’è tanto da fare, tocca a noi rimboccarci le maniche. Auguri di Buone Feste.

Giulio Tammaro

(da Fuori dalla Rete, Dicembre 2020, anno XIV, n. 6)

 

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