In costruzione un espansivo e credibile progetto economico per il paese.
L’amministrazione comunale di Bagnoli Irpino è caduta due anni prima della sua scadenza naturale. Sabato 24 aprile 2021, alcuni giorni prima delle dimissioni di 5 consiglieri e 2 assessori comunali, l’ uscente sindaco avv. Teresa Di Capua ha pubblicato un suo lungo documento politico. Alcuni punti hanno attirato la nostra attenzione:
1 -”… di non essermi mai piegata a vecchie logiche politiche deprecabili e contrarie ai miei principi di democrazia, onestà e trasparenza”;
2 – “… mi sono scontrata con una visione vecchia e stantia della politica, con una riduzione di ciò che significa amministrare che cozza contro i principi di democrazia, condivisione, lealtà, trasparenza”;
3 – ”… nella quotidiana attività amministrativa sono andata avanti a testa alta nella consapevolezza di aver agito sempre in onestà e buonafede, con competenza e decisione”;
4 – “… Che non osino dare una rappresentazione di me come di una giovane donna sola e allo sbando. Commettereste un errore grossolano. Giovane donna sì! Ma capace, decisa e libera, senza mentori a muoverne i fili”. Leggendo attentamente l’intero articolo si nota chiaramente che l’ex sindaco è decisamente convinta delle scelte da lei portate avanti nei tre anni di amministrazione. Ci attendiamo, però, che la stessa Di Capua chiarisca, in maniera esaustiva, i pensieri sopra esposti. Nel contempo l’opinione pubblica, rimasta sconcertata dalla crisi amministrativa, si sente in dovere di conoscere dalla voce dell’ex primo cittadino i motivi che hanno determinato, a suo parere, la fine anticipata della legislatura avvenuta a fine aprile 2021. Non sappiamo fino a che punto le decisioni politiche prese da coloro che hanno di fatto sancito la fine prematura dell’amministrazione Di Capua siano state avvedute e adeguatamente approfondite. E’ innegabile, però, che le stesse hanno determinato un vuoto legislativo importante che ha portato al commissariamento del comune di Bagnoli Irpino. Circostanza verificatasi anche con l’amministrazione del compianto prof. Antonio Nicastro(2006-2007) e del dr. Aniello Corso (1975-77). E’ da notare che in tutte e tre le occasioni è stata “decisiva” la componente demitiana presente nelle maggioranze consiliari. La sfiducia da loro espressa ai tre esecutivi, che ha determinato la fine anticipata delle suddette tre amministrazioni, pone un interrogativo sull’affidabilità di un gruppo politico che, evidentemente, non riesce proprio a gestire con coerenza una alleanza politica elettorale. Per dovere di cronaca c’è da evidenziare che già nella prima parte del mandato amministrativo, all’interno della maggioranza stessa si segnalavano i primi contrasti non solo di carattere politico. Nel frattempo, però, la comunità aspetta di essere informata anche sulle eventuali conseguenze negative di carattere politico ed economico che potranno determinarsi dopo la crisi amministrativa. Nell’attesa che l’ex sindaco soddisfi tali richieste, abbiamo creduto opportuno sottoporre alla stessa, delle domande riguardanti alcuni momenti della vita amministrativa del paese che hanno riguardato il ruolo politico svolto dalle ultime due minoranze consiliari che hanno occupato i banchi dell’opposizione nel periodo del suo mandato e in quello precedente in cui sindaco era il dr. Filippo Nigro.
Avv. Teresa Di Capua, lei è stata dimissionata da cinque consiglieri e due assessori che hanno determinato la caduta dell’amministrazione. Nel quinquennio 2013- 2018, durante l’amministrazione guidata dal dr. Filippo Nigro, si verificò una evidente, ma mai ufficializzata, crisi amministrativa. Si ricordano i lunghi periodi in cui si verificarono anche contrasti decisamente forti all’interno della maggioranza in un contesto di evidente vuoto amministrativo. All’improvviso la crisi “rientrò” destando comunque del clamore nella popolazione. La suddetta crisi non fu mai spiegata alla comunità bagnolese. Trova qualche similitudine politica con la caduta dell’amministrazione da lei guidata?
I due percorsi amministrativi sono totalmente diversi per storia e per lavoro fatto. Trovo solo un filo conduttore tra l’amministrazione Nigro e la mia amministrazione: un comune denominatore di maggioranza rappresentato dalla componente politica demitiana, che ha assunto, in ognuno dei momenti amministrativi decisivi, scelte politiche radicalmente opposte, mancando non solo di linearità e coerenza, ma anche di riguardo e attenzione nei confronti della nostra comunità. E’ infatti innegabile e risaputo dall’opinione pubblica bagnolese che ci sono stati episodi e momenti di forte crisi amministrativa sia durante il mio mandato sia durante il mandato Nigro, momenti che hanno visto protagonista sempre la medesima forza politica. Ciò che cambia è stato il suo atteggiamento politico messo in campo nelle diverse fasi. Mentre in passato questi attori politici sono stati abili e accorti a mantenere sottaciute le loro vicende amministrative portando avanti, su indicazioni esterne, un mandato amministrativo in netta difficoltà, venendo così meno a quel rapporto diretto e trasparente nei confronti degli elettori e della comunità in generale che dovrebbe contraddistinguere chi è invece chiamato a rappresentarla; ad aprile 2021 questi medesimi soggetti politici hanno, al contrario, dietro le note sollecitazioni, mosso i fili per interrompere e provocare la fine anticipata del mio mandato amministrativo, incuranti delle difficoltà che sta vivendo la nostra comunità in questo preciso momento storico, con una pandemia ancora in corso e con una gravissima crisi economica in atto. Una scelta politica scellerata che sta rallentando non poco la già precaria macchina amministrativa comunale e – cosa più preoccupante – una decisione che sta provocando l’attuale assenza politica del nostro Comune ai tanti tavoli di discussione in questa fase aperti nei contesti istituzionali regionali e provinciali e incentrati sulla programmazione dei prossimi fondi europei legati al Recovery Fund e al PNRR. E’ stato questo un atto di grave irresponsabilità politica, di cui è chiamato moralmente a render conto alla nostra comunità chi l’ha determinato e contribuito.
L’atteggiamento politico che assunse l’allora minoranza consiliare e quella di Maria Vivolo, già “dimissionata” dal sindaco dr. Nigro dalla carica di assessore e relegata sui banchi dell’opposizione, fu esclusivamente di carattere politico o fu dettato da condizionamenti che non avevano nessuna attinenza con la politica stessa?
Non sono nelle condizioni di poter fornire una risposta a questi argomenti. Sono interrogativi che dovevano essere sollevati a quel tempo e a cui dovevano e potrebbero ancora oggi rispondere i protagonisti della scena politica amministrativa 2013/2018, sia di maggioranza sia di minoranza. Io cronologicamente sono venuta dopo e posso, ancora una volta, rivendicare di non avere nulla a che fare con queste trame da vecchia politica, con una mentalità politica ben distante dalla mia. Potrei solo presumere e avanzare delle ipotesi, come tutti i cittadini bagnolesi, ma le spiegazioni alla nostra comunità di quell’atteggiamento spettano solo agli attori del tempo, ancor di più a chi ha ricoperto ruoli istituzionali ancora nell’ultimo mandato.
Come si evince dalle risposte della Di Capua ci sembra evidente che nei due casi presi in esame le minoranze hanno scelto strade diverse. L’uscente, legata evidentemente a più stretti interessi politici, ha determinato, avendone i numeri, la caduta dell’intero consiglio comunale, l’altra (2013/2018), invece, decise sostanzialmente di non prestare la giusta e scontata attenzione che non deve mancare quando sorgono vicissitudini amministrative di grossa gravità istituzionale. Un comportamento davvero sorprendentemente che, fra l’altro, non è stato mai (apprezzato) da chi usufruì di una così discutibile decisione (non politica?). Un comportamento, quello delle minoranze consiliari di allora, che comunque faceva venir meno a quel ruolo istituzionale che pure il popolo bagnolese aveva loro assegnato con l’esito del voto amministrativo del giugno 2013: Vigilare l’operato della maggioranza! E qui si impone una conseguente ed evidente riflessione: Ci sono state minoranze e… minoranze! In seguito all’epilogo anticipato della legislatura amministrativa, nel prossimo autunno si tornerà a votare. Su alcuni organi di stampa si leggono già alcune candidature a sindaco e allo stesso tempo si nota in qualche settore del paese un crescente fermento finalizzato alla creazione di un progetto di sviluppo economico ed innovativo mai messo in piedi in passato. L’intenzione sembra lodevole e gratificante. La salutiamo con estremo interesse e compiacimento. L’efficacia e la realizzazione di tale progetto permetterebbe di staccarci definitivamente da un lungo passato amministrativo che non è mai riuscito a determinare nel nostro paese una visione politica ed economica tale da metterci al passo con le altre realtà della provincia. La serietà di un siffatto progetto sarà determinante allorquando si attiveranno confronti costruttivi e aperti con tutte quelle energie che hanno come primo ed unico obiettivo una politica economica finalizzata al periodo che viviamo. E’ immaginabile che i contenuti verranno arricchiti attraverso l’esperienza, la professionalità e la perseveranza di tutti coloro che vorranno dare il loro contributo. Sarà importante, allo stesso tempo, che un progetto così ambizioso e lungimirante, preveda una propedeutica ed imprescindibile condizione: la credibilità e l’efficienza di coloro che dovranno rappresentare il progetto stesso. E’ importante che non vengono meno i giusti riferimenti istituzionali indispensabili per attingere ai quei finanziamenti che servono per la realizzazione di un incisivo programma economico di rilancio del nostro paese. La gente, quando sarà chiamata alle urna, dovrà riflettere e decidere con responsabilità e lungimiranza. Non possono esserci ancora spazi per politiche che tendono a dividere la nostra comunità. C’è la forte esigenza che i contrasti personali, che da troppi anni incidono negativamente sulla vita politica e sociale del nostro paese, lascino spazio ad un clima più sereno, collaborativo e costruttivo. L’imperativo è quello di non perdere ulteriore tempo. Molto probabilmente abbiamo davanti una ultima occasione per invertire un trend socio-economico negativo che va avanti da diversi decenni. Non coglierla sarebbe davvero inspiegabile e ci troveremmo davanti al più classico esempio di autolesionismo. Un ulteriore atto di irresponsabilità che ancora una volta si verificherebbe nel nostro paese. Pertanto, sollecitiamo un impegno di tutti coloro che si sono distinti, anche culturalmente, nel “fare” qualcosa di utile nella vita sociale del nostro paese. Nel contempo bisogna “isolare” quella gente poco incline a “costruire” e abituata solo a vestire i panni della “negatività”. Il nostro paese non ha bisogno di questi personaggi. Ancor di più di coloro che rappresentano, ancora oggi, un baluardo di politiche “frenanti” nocive per una programmazione seria e credibile che deve sviluppare un’amministrazione all’altezza del compito a cui viene assegnata. La riuscita del “progetto” dovrà passare anche da un indispensabile atteggiamento di grande umiltà. Un “sogno” si realizza anche mettendo da parte eventuali “incomprensioni” causate non sempre da una sola parte. Oggi l’esigenza del paese è quella di creare le condizioni per avviare una nuova fase politica ed economica che permetta di sviluppare le tante risorse presenti nel nostro territorio. Bisogna avvalersi di gente capace, guidata da una persona che esprime fiducia, che ha gli indispensabili e rassicuranti requisiti per guidare un’amministrazione e soprattutto una etica rappresentativa a garanzia del nostro paese nelle opportune sedi istituzionali. Il paese è nelle condizioni di esprimere tale figura?
Michele Gatta
(da Fuori dalla Rete, Giugno 2021, anno XV, n. 3)
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