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Questa è l’insolita sfida che lancio a tutti i bagnolesi lontani e non, attraverso voi amici di Palazzo Tenta 39 (ovviamente se volete ben accettarla). È un’idea che mi rode la mente da un po’ di tempo, ma che nonostante tutto mi lascia perplesso. Sarà strano scrivere a un villaggio come se fosse una persona.
L’idea, tuttavia, mi seduce. Rivolgersi a Bagnoli in forma di lettera, in piena libertà, senza alcun vincolo, come si scriverebbe a un conoscente, un’amico, un fratello, per dirgli quanto lo amiamo, l’abbiamo amato, o perché non lo amiamo più. Per ricordare al nostro Bagnoli il ruolo che ha avuto nelle nostre vite, senza risparmiare nessuna critica, qualunque sia il sentimento che ci spingerà a scrivere. Più queste lettere saranno personali, libere nel tono e nella forma, migliore credo sarà l’impatto del loro contenuto. Uno scritto che può stare in poche righe o su pochi fogli, senza toccare nemmeno una virgola di ogni testo. Ora mi chiedo se questa folle idea si realizzerà? Sarebbe l’ideale che ogni lettera venga preceduta dal ritratto del suo autore. Il nostro legame con Bagnoli, ne sono convinto, darebbe a questo paese un’illuminazione tanto personale quanto originale. Lettere d’amore e di disincanto che se i BAGNOLESI si presteranno al “gioco” faranno esplodere dei veri fuochi d’artificio.
“Bagnoli caro… Caro Bagnoli”…È solo un mio piccolo suggerimento, l’inizio della lettera, il resto saranno i nostri sentimenti a dettarlo. (La mia lettera, seguiranno le altre?)
Caro Bagnoli,
mia amata “Domus deorum” (come ti chiamò tuo figlio Anisio qualche secolo fa), sono Gino Di Capua che ti scrive: oramai sono più di 70 anni che ci conosciamo, ti ricorderai di me, spero. Io sono nato da un incrocio tra un “Luicieddu e una Sciacquarella”, in quella Giudeca, un giorno d’estate del “lontano” 1949. Una decina d’anni e più di scorribanda nell’area giochi, che va dai dintorni del nostro Duomo, al castello Cavaniglia, e in seguito spartire il mio tempo tra il “salone del Principale” Vincenzo Ciletti e la scuola. Finchè terminato gli studi di Congegnatore meccanico, nemmeno ventenne, mi avviai come tanti altri prima di me, con un contratto di lavoro in tasca, verso la Svizzera che segnò definitivamente il mio destino”!
Quest’anno tornerò da Te per la sagra: quelli saranno i giorni che ti vestirai a nuovo, tanta gente verrà a vederti. Anch’io verrò, anche se solo per qualche giorno…e come sempre, sarò accompagnato da un’allegra eccitazione: tre giorni da passare nei tuoi polmoni, nelle tue vene, nel tuo cuore e fare il pieno di autenticità.
E come ho scritto tante altre volte, mi chiedo Bagnoli Irpino, perché ti amo ancora?
Qualche tempo fa scrissi che se dovessi rinascere, vorrei che accadrebbe ancora una volta a casa tua, e sempre in quel vecchio quartiere della Giudecca. Non ho cambiato idea: continuo ad essere fiero di Te.
Tu che conservi ancora le ricche tradizione create dai nostri avi; Tu che cerchi di ritrovare il fascino di una volta… non essere triste AMICO BAGNOLI, pur se anche per te gli anni, i secoli passano, non noto nessuna ruga che ti rende più brutto…Anzi. Anche se i passi che calpestano le tue vie non sono più quelli dei grandi personaggi di qualche secolo fa: gli Acciano, Cestaro, D’Asti, Di Capua, Bonelli, Abiosi, De Rogatis e tanti, tanti altri artisti che ti hanno reso famoso in Italia e alcuni anche nel mondo, ricordati che noi discendiamo da questi nomi. Quindi sii fiero anche di chi oggi cammina sulle tue strade.
È da Te che iniziarono, “alcuni” anni fa, le mie origini. Tu sei l’amico con cui sono cresciuto; a casa tua ho ricevuto le prime lezioni di vita!
Tu, amato Bagnoli, sei la terra che ha deliziato la storia dei miei primi vent’anni. La mia terra, dove sento ancora quel forte pizzico di nostalgia ogni volta che me ne allontano. Mi piace osservarti quando salgo verso quella tua perla che porta il nome di Lago Laceno: affacciarmi a un suo balcone, nella penombra del tramonto, a godermi il panorama della tua bellezza… e ringraziarti per quel brivido d’emozione che mi trasmetti. Ammirare e ricordare i tuoi degni testimoni per eccellenza: il castello Cavaniglia, svettare non meno fiero della quattrocentesca torre ottagonale di San Domenico, le possente mura della collegiata di Santa Maria Assunta, la Torre dell’Orologio… che si ergono maestose in mezzo alle antiche case ancora illuminate dagli ultimi bagliori del sole. E cosa dire della tua piazza…?! Il più bel salotto dell’Irpinia, con i suoi bar a corredarla. Ecco perché amico Bagnoli ti amo!
I legami con le mille consuetudini e costumi, i ricordi che si ravvivano, ad ogni ritorno, nella memoria dalle ceneri del passato. Rammenti fatti dalla semplicità di quei momenti di gioia… i mitici “centopassi” sulla tua bellissima piazza, sedersi su una tua panchina, o al tavolo di uno di quei bar che ti fanno da cornice, rivedere gli amici e portare a galla spensierati ricordi lontani. Un velo di tristezza, però, disturba, ogni volta, il sonno della mia ultima notte passata da TE. Quando so che devo allontanarmi. E così la mia mente, il mio cuore incominciano a pensare alle tue strade, alla tua piazza, ai miei amici…
Ciao amico Bagnoli a presto❣
Gino Di Capua
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