Castello Cavanigla

La poesia di Tommaso Aulisa

Tratto dal libro: “All’ombra del campanile”. 
Una poesia di Tommaso Aulisa nei giorni del centenario della sua nascita (19.06.1921)!

(Gino DI Capua)


Castello Cavanigla
Antico maniero, tanto diroccato
che dal poggio scruti giù la valle,
quanti ricordi tieni del passato
da quando fosti fatto su quel colle?
Il temporal ti sbriciola col tempo;
il vento t’asciuga e ti carezza;
il fulmine t’illumina col lampo;
il sol ti scalda e ti ridona ebbrezza.
A primaver la rondine svolazza
sull’alte mura: chi piana e chi a dosso;
vi nasce e passa pur la giovinezza
il merlo, l’usignolo, il pettirosso.
*
Tanti ricordi custodisci ancor
degli avi nostri e pur del castellano,
delle contesse e lor segreto amor,
del popolo or oppresso, or sovrano.
Men ti sfugge degli avi nostri l’arte,
il senno, la cultura, l’ardir tenace,
che pel progresso venivan d’ogni parte:
oggi non più, tutto è spento e tace.
Venne il Di Capua sotto le tue mura,
alla testa d’un popolo ribello:
“fuori il tiranno” disse con bravura;
“È il popolo padrone del castello.
Liberi fummo da quando noi nascemmo,
ne siamo servi, né vogliam padroni:
la libertà noi sempre e tanto amammo
e dichiaram passata l’oppressione”.
*
Né scordar tu puoi altri abusi
del castellan superbo, permaloso,
che prigionier rinchiuse quell’Abiosi,
dei cui ribelli si ritenne offeso.
E tanti ancor sono i tuoi ricordi
d’un epoca di civiltà feconda,
quando i cittadin, divisi ma concordi,
il nom portavan sempre a filo d’onda.
D’ospitar giammai tu fosti avaro:
quando di calce bianca eri vestito,
accogliesti l’Anisio, il Sannazzaro
e ad altri ancor rivolgesti invito.
*
Con gli avi nostri storia tu facesti
d’un montanaro comune, ma evoluto.
Al Regno inter cultura tu donasti:
nei secoli invan non hai vissuto.
Or sfidi il vento, la pioggia, la bufera,
superbo, maestoso sull’altura.
Invano speri il popolo veder desto,
svegliarsi e ridestarsi a vita nuova,
nell’arte e nel saper tornar maestro:
ma solo sogno resta e ciò non giova.

[Tommaso Aulisa]


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