Chi paga il “filo di Arianna”

di Antonio Cella

Ricordate quel filo che condusse Teseo verso la via della salvezza? Penso proprio di sì. Ebbene, ho voluto legare ciò che sto per raccontarvi alla mitologia greca dove Teseo, (eroe ateniese di cui Arianna, figlia del re Minosse, era perdutamente innamorata), dopo aver ucciso il MIinotauro (metà uomo-metà toro, per il quale venivano sacrificate ogni anno 7 ragazzi e 7 ragazze di Atene) fu guidato verso l’uscita di un intrigato labirinto grazie, appunto, al salvifico gomitolo di lana fornitogli da Arianna che srotolò, a partire dall’ingresso, lungo il buio corridoio del menzionato labirinto.

Una storia simbolica che ha fatto impaurire, ieri come oggi, milioni di ragazzi, e non solo, poiché spesso, da adulti, abbiamo l’impressione di perdere il filo dei nostri pensieri, di perderci in situazioni complicate dalle quali non riusciamo a trovare una via d’uscita. Via d’uscita non soltanto materiale su cui posare le nostre scarpe, i nostri piedi, e allora ci affidiamo a quel filo invisibile che non si allunga soltanto in longitudine sulla immaginifica strada ma si nasconde in un cespuglio, in un albero, in qualcosa che una volta identificata ci richiami alla realtà aiutandoci a non perderci nei nostri inscrutabili labirinti interiori.

Di detta storia, non rimane più niente. Resta soltanto il nome della favolosa Arianna, che, sul momento, sta stuzzicando la mia curiosità. Oggi, tra chi lo indossa, c’è anche la sorella della Presidente del Consiglio dei Ministri, ossia: Giorgia Meloni.

E’ la persona che funge da “badante”, da parrucchiera, da “porta borsa”, da consigliera della dinamica sorella (ha due anni più di lei). E’ sempre presente in ogni manifestazione di rappresentanza governativa della sorella, dalla mattina alla sera, sia nella sede del Governo, sia nelle missioni che vedono la Presidente in altri paesi del mondo. E’, insomma, onnipresente. E’ una dipendente della Regione Lazio (non una disoccupata) distaccata probabilmente presso la Presidenza del Consiglio. Ma, si sa, nessuno fa niente per niente. E’ una figura nuova nel mondo del lavoro che percepirà, come minimo, uno stipendio d’importo maggiore di quello che solitamente viene pagato ai “porta borsa”. Per me, trattasi non soltanto di un aiutino riconducibile al familiare in affanno, ma sicuramente ad un mero attaccamento al “dio denaro”.

Arianna Meloni non è soltanto la sorella di Giorgia, è soprattutto la moglie del Ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste: Francesco Lollobrigida.

Giorgia non è stata avara con lui nell’assegnargli il triplice incarico (iniziativa pro domo sua). E’ stata, invece, indifferente verso la vita grama di centinaia di migliaia di giovani disoccupati, laureati, piuttosto idonei nell’espletare alcuni degli incarichi assegnati sotto sotto ai suoi amati famigliari e familiori. Penso sia da capogiro l’entrata mensile del pluriministro e delle due sorelle Meloni. Credo altresì che, messe insieme le entrate mensili di tutte e tre, l’introito sia largamente sufficiente per pagare lo stipendio a una trentina di operai delle nostre fabbriche e della piccola industria.

Per lei va bene così! Tanto, a pagare saranno sempre gli stessi, quelli cioè che percepiscono redditi fissi falcidiati alla fonte: pensionati, dipendenti statali, forze dell’ordine e tanti altri che non sperano minimamente nel ridimensionamento delle aliquote fiscali per adeguarle alle loro esigenze e dare un senso realistico alle misure attuali.

Antonio Cella

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