Il pellegrinaggio: Da Bagnoli Irpino a San Giovanni Rotondo per invocare la guarigione di Maria.
È davvero difficile sintetizzare un abisso colmo di fatica, imprevisti, situazioni inimmaginabili e l’immensa emozione che ho provato dalla partenza al rientro a Bagnoli.
Ho ricevuto lungo il percorso, sconosciuti (passanti, automobilisti, camionisti) numerosi attestati di incoraggiamento, che hanno reso il mio pellegrinaggio fantastico.
Come previsto, sono partito lunedì, ma per un imprevisto meccanico il mio start è avvenuto alle ore 8 dall’officina di Pinuccio (documentato da una foto), seguendo la strada SS7 (contrada Rosole) direzione S. Angelo. Durante questo breve tratto ho lasciato traccia all’abbazia del Goleto (documentata con foto).
Da quel momento in poi, inforcata la bicicletta, ho iniziato una lunga interminabile salita, fino a Torella, accarezzato dal vento, salutato più volte da gente comune e circondato da un paesaggio meraviglioso.
La fatica, il sudore e la voglia di raccontare mi hanno spinto oltre e per questo sono riuscito a realizzare dei piccoli, significativi video.
La salita non era finita: il mio programma prevedeva una sosta a Bisaccia (come avvenuto) e allora le pedalate erano più elevate, la fatica aumentava, ma nulla era cambiato in me.
A Bisaccia sono stato accolto con grande affetto da due imprenditori, che hanno organizzato lungo la via Franchigena un albergo/locanda che, oltre ai soliti servizi, è anche un punto bike stop(pulire, mettere a punto la bicicletta ecc).
Il tempo di ristorarmi, di soffiare le pasticche dei freni, di cambiarmi una prima maglia intrisa di sudore, che sono ripartito alla volta della scalata del monte Formicoso. Da quel momento la mia forza non bastava più solo a pedalare, ma dovevo difendermi dal vento che, con raffiche improvvise, mi costringeva a tenere la carreggiata.
Non ho mai avuto esitazione – sono convinto di non essere stato solo – e continuavo a pedalare, nonostante i 41 gradi. A tratti avevo la sensazione di avere un asciugacapelli puntato sulla mia faccia. Ho raggiunto prima Lacedonia, poi Rocchetta e per finire dopo un’ultima salita di 6 km sono giunto a Candela alle 17,00 circa.
Ho sostato in b&b al minimo dei servizi e solo intorno alle 19 (dopo aver sistemato la bici, lavato l’abbigliamento, dissetatomi ecc) ho avuto la notizia che i due ristoratori del paese erano chiusi: era lunedi!
Ero al collasso, con meno due kg di peso corporeo, con valori di glicemia a meno di 70, con una temperatura media di 28°; ho dovuto però fare una scelta: sono sceso a Candela stazione (7 km di discesa, che sono poi diventati al ritorno di salita)e sono riuscito finalmente a riprendermi un po’.
Inutile dire che, arrivato in camera, sono crollato in un sonno profondo, durato fino alle 5,30 del mattino.
Sono ripartito alle 6,30, direzione Foggia, percorrendo la strada a scorrimento veloce SS655; alle 8,30 sono arrivato a Foggia.
Ho fatto una breve sosta presso il mercatino della Coldiretti, ho acquistato e consumato della frutta genuina e poco dopo sono ripartito alla volta di Manfredonia.
Lungo la strada per San Giovanni ho ricevuto una strana telefonata, nella quale mi venivano chieste le coordinate e mi annunciavano una lieta sorpresa a San Giovanni.
A quel punto ho intuito che qualcuno aveva accompagnato Maria al convento dei Cappuccini, che era pronta ad accogliermi sul sagrato della chiesetta vecchia.
Le rampe della salita per San Giovanni sembravano un muro, ero al limite dei 100 km, ma la telefonata e la mia sensazione mi avevano riempito di ulteriore gioia. Avrei trovato sicuramente qualcuno di speciale!
E allora ho fatto in tempo a fare una sosta da una fioraia, per acquistare di fiori e chiederle di cambiarmi per essere più ordinato.
Dopo pochi minuti, giunto davanti la chiesa,ho visto Maria venirmi incontro, non era sola; il mio cuore ha iniziato a battere forte, l’ho stretta a me, le ho donato i fiori. Contemporaneamente il mio “gancio” si recava in chiesa per far uscire un padre cappuccino.
Siamo stati benedetti entrambi, insieme alla maglia che avrei donato a Maria. Maria era felicissima, mi ha lungamente ringraziato. Siamo rimasti insieme per qualche ora, consumando un piccolo pasto.
Subito dopo lei è rientrata verso Napoli ed io ho continuato il mio percorso,scalando l’ennesima montagna; durante il trasferimento ho fatto in tempo ad imbattermi in un temporale.
Giunto al Santuario di San Michele,sono entrato nella Cattedrale in bicicletta, affidando la stessa ad una volontaria; sono sceso nella grotta, ho fatto benedire la seconda maglia e ho chiesto una messa per la guarigione di Maria.
Sono poi ripartito in direzione Foggia,stanco,finito completamente(non sono riuscito a cenare) mi sono fermato in un piccolo paesello (Carapelle) dopo oltre 170 km totali.
Mercoledì sono ripartito alle 5,30 direzione Bagnoli Irpino, dove sono giunto stremato, ma sereno e felice di aver fatto quello che ritenevo giusto.
Auguro a chiunque legga questa esperienza di avere la consapevolezza che niente è impossibile.
“Una briciola di volontà pesa più di un quintale di giudizio e persuasione. Quando sai quello che vuoi, e lo vuoi con abbastanza forza, troverai un modo per averlo. Qualsiasi cosa tu voglia, è la fuori che aspetta che tu la chieda. Qualsiasi cosa tu voglia, ti vuole a sua volta”.
Dedicato a Maria.
Pietro De Filippo
LE FOTO
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