A partire dal 24, fino alla giornata del 28 settembre, tutta l’Italia è stata interessata da un forte maltempo che non avveniva da tanti anni. Nella giornata di ieri venerdì 2 e in quella di oggi sabato 3 ottobre, si sono ripetuti episodi ancora più devastanti per alcune zone dello stivale, in primis in Piemonte. Al momento ci sono 2 morti e 21 persone disperse (bollettino in continuo aggiornamento) e il tempo non accenna a migliorare. Abbiamo voluto chiedere al nostro esperto meteo, Michele Gatta, le cause che hanno determinato tali episodi a tratti devastanti.
La prima cosa da sottolineare è quella che la prima parte della fase perturbata ha interessato tutto il territorio nazionale. L’ha fatto per diversi giorni e questo ha causato danni ingenti e situazioni di allarme meteo in tanti comuni. Generalmente tali “disastri” succedono in zone limitate, con solo alcune regioni colpite. In questa circostanza le cose, purtroppo, sono andate diversamente.
Potrebbe spiegarci questa evoluzione meteorologica così devastante?
Le cause sono diverse: il periodo di caldo prolungato, che abbiamo vissuto nel mese di settembre, non ha consentito alle acque dei nostri mari di raffreddarsi come avviene progressivamente nella fase autunnale. La prima e incisiva avvezione di aria fredda arrivata in Italia, si è scontrata con le temperature calde delle acque marine andando ad esasperare un contrasto termico notevole che ha determinato forti precipitazioni a carattere temporalesco con conseguenti nubifragi che hanno penalizzato diverse regioni. La persistenza dei fenomeni non poteva che causare i danni conseguenti.
In più?
Ci siamo trovati davanti ad una depressione dalle caratteristiche autunnali che veniva alimentata da diversi impulsi freddi che andavano a rinnovare la forza della stessa. In questo modo si sono attivati forti venti di libeccio che hanno superato in diverse zone i 100 km/h. Le regioni tirreniche in questo caso subiscono i danni maggiori.
Nel nostro paese, Bagnoli Irpino, e soprattutto sull’altopiano Laceno, abbiamo vissuto alcuni giorni davvero perturbati con smottamenti della sede stradale e sradicamenti di piante. Cose che di solito non avvengono. C’è una spiegazione?
Effettivamente la nostra zona è alquanto protetta da devastanti e forti avvenimenti meteorologici. In realtà l’orografia del territorio è tale da non penalizzare il nostro paese quando avvengono episodi di questa portata. In questo caso l’evoluzione meteorologica ha attivato, anche alle quote della troposfera(raramente ciò avviene) correnti sciroccali che hanno contribuito a rafforzare notevolmente il vento provocando anche delle vere trombe d’aria.
In effetti diversi paesi dell’avellinese hanno subito situazioni molto più pesanti rispetto a quelle del nostro paese…
Le cronache hanno riportato puntualmente quello che è successo. In questi casi bisogna aggiungere che il tutto non va addebitato esclusivamente a cause meteorologiche. Non bisogna mai dimenticare che negli anni passati, in diverse zone dell’avellinese, abbiamo avuto episodi del genere da addebitare anche a responsabilità dell’uomo…
Lei ci informava da molto tempo che quest’anno avremmo avuto un autunno particolarmente diverso da quelli più clementi degli anni passati. Questo può significare che potremmo avere altri fasi così perturbate?
In effetti l’autunno, che a livello meteorologico finisce il 1° dicembre, dovrebbe portarci fasi decisamente più instabili rispetto agli anni passati. A distanza di una settimana dobbiamo evidenziare un altro episodio particolarmente perturbato. Questa volta è il nord-Italia, e parte delle regioni centrali tirreniche, ad essere interessato con il Piemonte che ha subito i maggiori danni. Devastazioni hanno interessato diversi comuni. Al momento le cronache ci segnalano di 2 morti e 21 persone disperse (bollettino in continuo aggiornamento).
Quando potremmo aspettarci momenti piovosi più “clementi”?
Solo quando le acque marine tenderanno a raffreddarsi e avremo contrasti termici meno forti. Certo, i temporali saranno sempre in agguato ma saranno classificati come eventi rientranti in una normale fase meteorologica che si verifica nel semestre freddo (ottobre – marzo).
Decisamente esaustivo nelle sue spiegazioni, la ringraziamo per la sua consueta disponibilità.
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