Era il 2017 (8 novembre), “Il quotidiano del Sud” intitolava: <<Nel progetto Pilota anche un accordo per le seggiovie>> . A Laceno c’erano ancora i gestori, che accusavamo l’allora sindaco di sognare sul finanziamento delle seggiovie e questi che replicava (testualmente): <<<…..Nell’accordo di Programma Quadro del Progetto Pilota c’è infatti una progettazione che comprende le Seggiovie del Laceno, con il Lago e le grotte del Caliendo… >> .
Nel gennaio 2018 a seguito dell’ordinanza di sgombero notificata di nuovo ribadiva <<…… “Lo dico da tempo. Nell’ambito del progetto pilota Aree Interne, la “Comunità dell’Alta Irpinia” ha individuato il Laceno quale polo turistico di riferimento di tutto il territorio. A Nusco c’è stata una riunione dei Sindaci, dopo la pausa Natalizia e dopo la firma dell’APQ sì è parlato in prevalenza di Agricoltura e di Sanità, ma il Presidente De Mita ha anche fatto esplicito riferimento alle iniziative di prossima realizzazione: l’Azienda Forestale e l’ammodernamento delle Seggiovie del Laceno… .Un finanziamento che c’è, ormai lo dicono tutti….Assieme alla valorizzazione delle grotte del Caliendo e dell’area del lago, il Laceno avrà finalmente una sua compiuta collocazione nel panorama turistico Regionale. Una cosa da tutti auspicata, da troppo tempo aspettata e…mai realizzata”.
Sono ormai passati quasi due anni, nulla, assolutamente nulla. Un nulla fatto di silenzi in attesa di un accadimento, una novità, che nessuno sa prospettare. Un bravo sindaco, quello di Cairano, ha riproposto in questi giorni il quesito “Progetto Pilota” lamentandosi fortemente del passato recente. Dice: << Quello che abbiamo sperimentato in questi anni è il fallimento di un metodo, il Progetto Pilota è stato piegato ad visione limitata >>.
La visione è quella del maestro, oramai vecchio, forse stanco che ha lasciato galleggiare solo i mediocri creando il sottovuoto politico. Nel Progetto Pilota si consuma un ennesimo tentativo di utilizzare le risorse pubbliche a fini speculativi. Forse è per questo che i soldi non ci stanno. Qualcuno là in alto ha deciso di impedire l’ennesimo taccheggio alla comunità a vantaggio del feudatario di turno e del suo sottobosco elettorale.
In verità già altri maestrini dello stesso sangue avevano tentato di mettere le mani (e non solo) sui finanziamenti regionali creando uno sconcertante empasse tecnico-giuridico.
E così che, ritornando per esempio sulla questione seggiovie, la giunta dell’allora Governatore Antonio Bassolino (2009) approvò il progetto di massima per un importo di dodici milioni di euro. Con la gestione Caldoro, grazie all’operato del maestrino di turno, l’opera fu letteralmente bloccata in attesa dell’elezione di un nuovo vassallo più docile che avrebbe dovuto traghettare l’appalto dell’opera garantendo il dovuto tributo in voti e denaro. Tutti sanno come è finita ed il tragico e funesto tentativo della cosiddetta accelerazione della spesa.
Oggi si riparla di nuovo del Progetto Pilota, di finanziamenti, di grandi progetti, di aree interne, guarda caso nel semestre che precede il rinnovo del Consiglio regionale campano. E guarda caso il maestro con maestrino e scolaretti, oramai orfani di amici altolocati e nostalgici dei tempi del tutto si può, pensano ad un nuovo soggetto politico .
La costruzione di questo soggetto si articola non in funzione di nuove propulsioni, non di nuove battaglie ma col solo scopo di costruire un contenitore di adepti, più o meno qualificati, che possano alzare la voce da posizioni privilegiate e che consentano così all’eterno di posizionarsi come bilancino nel contesto politico regionale per barattare ruoli di rilievo nel Consiglio futuro.
Allora il Progetto Pilota servirà da attrattore, come uno specchietto per le allodole per quegli amministratori locali dell’Alta Irpinia ancora succubi di un potere oramai vuoto e per quegli scolaretti di ultima generazione.
Ai posteri la sentenza.
Nello Memoli
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