Le moderne tecnologie possono frenare lo spopolamento della nostra Irpinia. Oggi si può prestare l’attività lavorativa in un luogo diverso dal contesto aziendale, aprendo così la strada a nuovi modelli lavorativi. Uno di questi, forse l’unico per il momento, è il telelavoro a domicilio. Si può fermare lo spopolamento dell’Irpinia?
Io dico sì, almeno rallentarlo di molto. Ovviamente costa in termini di risorse e di impegno. Lo spopolamento non è una sorte ineluttabile, se i comuni lavorano a una concreta
“agenda del controesodo” con un programma di risorse adeguate”. Io scommetto molto sul telelavoro. Molti giovani, emigrati negli anni passati verso Svizzera, Germania Inghilterra… e oggi soprattutto verso il nord Italia, vogliono tornare e restare a lavorare nella loro terra.
Il diffondersi del telelavoro, nonché le possibilità offerte da queste forme di occupazione, potrebbe dare un’ottima spinta per tutte quelle iniziative, che i Comuni stanno mettendo in piedi per non scomparire, improntate ad attirare giovani e famiglie molto spesso con lavori nel settore digitale e tecnologico, quindi non per forza da fare in sede. Proviamo a cogliere l’occasione iniziando a ragionare su come questo telelavoro possa diventare una occasione per ripopolare i nostri paesi.
Tantissime sono le idee che i borghi irpini stanno sfoderando per infoltire la propria popolazione. Villaggi che offrono contributi, agevolazioni per andarci a vivere: Bisaccia, Teora, Zungoli… in cambio chiedono lo spostamento della residenza per alcuni anni, così da favorire il ripopolamento e la ristrutturazione degli immobili ai fini del miglioramento del decoro urbano.
Ottimi esempi, da lodare, e volendo, da copiare. E allora, sotto con gli incentivi per ripopolare i nostri paesi. Per le vacanze anche, ma soprattutto per viverci, con delle campagne mirate per residenti e telelavoratori. Le nuove opportunità nate grazie al telelavoro, possono cambiare le dinamiche e riportare, nei nostri magnifici borghi, le tante persone che vogliono cambiare vita.
Allontanarsi dalle grandi città affollate per vivere in piccole realtà seguendo altri ritmi di vita. Trasferirsi nei villaggi potrebbe essere una scelta di vita più sostenibile e salutare in questo grande periodo di incertezza che stiamo vivendo. Invogliare la gente a non comprare semplicemente una casa per delle vacanze alternative, ma di un vero e proprio progetto di vita!
E allora, perché non provarci pure noi se vogliamo tentare almeno di frenare lo spopolamento dell’Irpinia e di Bagnoli?!
Gino Di Capua
(da Fuori dalla Rete Natale 2022, anno XVI, n. 5)
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