Il libro
«Florete Flores» è il titolo della seconda pubblicazione di Giuseppe Dell’Angelo – maestro elementare in pensione dal 1990 – ed Ermenegildo Parenti – docente di Lettere – il cui fine è la valorizzazione delle tradizioni, dei riti e delle opere d’arte presenti nel Comune di Bagnoli Irpino
Il ricavato della vendita dell’opera sarà devoluto per il restauro di un’opera pittorica della Collegiata Santa Maria Assunta di Bagnoli Irpino.
Il titolo scelto «Florete Flores» è tratto dal Siracide, la cui trascrizione è stata rinvenuta su un antico portale del complesso conventuale di San Domenico. L’espressione in sé è un invito alla comunità a un risveglio, da un torpore culturale che in qualche modo ottenebra e ne offusca la memoria, gli usi, i costumi, le tradizioni orali e mestieri.
Perché ciò accada, è fondamentale da parte della comunità il riappropriarsi delle radici, della creatività rimossa, che nell’arte trovano la loro più alta espressione. L’invito esplicito degli autori è un ritorno al centro, alle radici delle tradizioni, dei dubbi storico artistici. Il manufatto, il documento, la storia, il sacro, il dipinto assurgono a emblema identificativo di una specifica comunità, che è irripetibile.
I capitoli trattano della Sacra Spina, donata alla comunità bagnolese da Papa Pio V per tramite del vescovo Ambrogio Salvio; della processione di Santanesta, che da Bagnoli si snoda alla chiesetta del Laceno , dedicata all’Addolorata, località questa su cui San Guglielmo era intenzionato ad edificare il secondo cenobio verginiano, dopo Montevergine. Ciò non accade e ne sono spiegati storicamente i motivi e la scelta della processione in detto luogo.
Seguono poi i capitoli dedicati alla reliquia del braccio di San Domenico, cui fanno seguito interessanti reperti fotografici di antiche vestigia e ritrovamenti archeologici. Il testo si chiude con un excursus sui canti popolari bagnolesi della Passione e sulla rivisitazione di bolle pontificie di donazioni elargite ai conventi
Siamo certi che la prossima primavera vedrà culturalmente rifiorire l’antico e nobile Comune irpino.
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