In un mondo musicale italiano sempre più alle deriva, vale la pena ricordare quegli album che hanno rappresentato per quelli della mia generazione la visione di un mondo diverso, la dichiarazione sentimentale di un universo che all’epoca non ci rappresentava.
Dopo aver visto il sempre verde Pelù in quel di Montemilletto, che come il buon vino più invecchia più migliora, vale la pena ricordare, i più non saranno d’accordo, ma per me l’album, migliore dei Litfiba quel Mondi Sommersi che ha rappresentato l’inizio di un nuovo modo di vedere le cose.
La voce di Pelù con la chitarra dell’irpino Renzulli sono stati in quell’album il mix perfetto tra il passato glorioso dei Litfiba e quel futuro che lentamente li stava travolgendo.
Ritmo invita a non avere paura, in Imparerò le percussioni di Cabezas ci scuotono i pensieri.
Regina di Cuori è l’innamoramento in musica, Goccia a goccia dimostra che c’è una seconda possibilità per tutti, Sparami la conosciamo tutti.
Ma la mia preferita resta Si Può, mai rancorosa, ancora oggi un inno all’edonismo esasperato che ci ricorda che il controllo della nostra vita è solo nostro senza che nessuno può orientarci, nonostante “non ci è dato sapere” del futuro.
Un album italiano spaziale quindi che ognuno di noi dovrebbe avere nel proprio Music Story.
Daniele Marano
(da Fuori dalla Rete, Settembre 2018, anno XII, n. 5)
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