Tanti, e quasi tutti negativi, i commenti sui social dei bagnolesi e degli innamorati frequentatori dell’Altopiano del Laceno alla notizia del nuovo progetto presentato dall’Universaità di Napoli di realizzare, tramite l’Agenzia Forestale dell’Alta Irpinia, un’ovovia. A seguire alcuni dei post pubblicati sulle piattaforme social di Pt39:
Andrea Maglio “Ben vengano le idee, ma la progettazione di un impianto a fune è quanto mai complessa ed onerosa. Non si capisce poi dove sarebbe prevista: al lago? Sul Rajamagra? Da Bagnoli a Laceno? Per non parlare del fatto che le “ovovie” veloci a 2 posti non esistono, semmai esistono le cestovie biposto, che per coprire la tratta della “ex teleferica forestale” impiegherebbero una cosa come mezz’ora! Morale dei fatti: articolo di poche idee e pure confuse. L’idea sarebbe pure saggia (e già pure pensata in passato da altri), ma posta nei termini in cui è scritto l’articolo è chiaro che si tratti di una cosa irrealizzabile poiché nemmeno definita… Prima ancora di entrare nel dibattito tecnico/costi/utilità…”.
Carmine Iannaccone “Ormai il gioco e’ …a chi la spara più grossa! … chiamiamolo con suo nome SOGNI.
Angelica Ciletti “Sono da anni che anche sulle Alpi non impiantano tali ovovie!!! e dismesse quelle che c’erano…. La capienza minima deve essere 6 persone e l’equipaggiamento posto al di fuori di esse in appositi cestelli….. E immaginate la coda che verrebbe a crearsi nel salire e scendere!!! per un tratto che con una seggiovia veloce si percorrerebbe in pochi minuti….. a Napoli probabilmente più che Vesuviane non hanno visto!!!!”.
Andrea Maglio “Per la tratta proposta nell’articolo (che se ho capito bene è l’arroccamento Bagnoli-Laceno) dove ci sono anche importanti sali-scendi del terreno, ostacoli da sorvolare e quant’altro penso modestamente che sia fuori discussione un impianto a moto continuo come telecabine e ovovie (lente o veloci che siano), in quanto avrebbero serie problematiche ad adattarsi al profilo del terreno. Anni fa gli innominabili ex gestori, pensarono (anche lì senza però produrre mai un progetto) un impianto a va e vieni, che io credo essere decisamente più adeguato (e meno costoso). Tuttavia ribadisco che senza una vera e seria progettazione fatta da esperti in materia (con un bel costo ovviamente) non abbia granché senso parlarne, anche se indubbiamente si tratta di un’idea molto suggestiva che potrebbe cambiare definitivamente il modo di pensare il Laceno. Resterebbe comunque il problema di come raggiungere Bagnoli, nell’articolo si parla di “navette elettriche” (altra cosa molto generica) … Ma non sarebbe più sensato riaprire la ferrovia già esistente?”.
Salvatore Lenzi “Per il rifacimento delle seggiovie del Laceno, gli esperti nel valutare una serie di condizioni, hanno esordito nel programmare un impianto come quello precedente e non a sganciamento automatico di ultima generazione ( come lo si vede a Roccaraso e in altre località) per via soprattutto dei maggiori costi di realizzazione e di manutenzione ordinaria e straordinaria. L’impianto citato dall’Università sembra fuori luogo perché le ovovie sono tutte a sganciamento automatico quindi più onerose anche ad acquistarle. Mi chiedo è stato valutato soltanto l’effetto estetico o come dovrebbero soprattutto i costi iniziali e quelli di gestione. Se verranno realizzate, dovranno essere anche gestite. Costi esagerati di gestione non rendono appetibile l’operazione a nessun imprenditore, rischiando di costruire l’ennesima cattedrale nella montagna!!!!!!
Mario Pasquale “Per mettere 2 sedie ci vorrà qualche decina d’anni, figuriamoci cabinovie o ovovie”.
Francesco Morrone “Se sono cabine che possono ospitare due persone si tratta di ” BIDONVIA” ….un nome una garanzia ….credo che anche gli austriaci, gli svizzeri, gli altoatesini si siano rivolti agli esperti Napoletani del settore funivie per la realizzazione dei propri impianti….Non so se sono più ignoranti quelli che scrivono o quelli che gli danno alito……”.
Alberto Amodeo “Cose risapute. Il nostro piccolo impianto panoramico va più che bene”.
Angelica Boccia “Ma se non abbiamo manco la messa in sicurezza delle strade e del lago! Quante belle chiacchiere, sembrano quasi poesia”.
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