II AVVENTO / C – Il Regno di Dio: preparare la via al Signore

IL VANGELO, di don Stefano Dell'Angelo

Dal Vangelo di Luca  (3,1-6):

Nell’anno quindicesimo dell’impero di Tiberio Cesare, mentre Ponzio Pilato era governatore della Giudea, Erode tetrarca della Galilea, e Filippo, suo fratello, tetrarca dell’Iturèa e della Traconìtide, e Lisània tetrarca dell’Abilène, sotto i sommi sacerdoti Anna e Caifa, la parola di Dio venne su Giovanni, figlio di Zaccaria, nel deserto.

Egli percorse tutta la regione del Giordano, predicando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati, com’è scritto nel libro degli oracoli del profeta Isaia: “Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore,raddrizzate i suoi sentieri! Ogni burrone sarà riempito, ogni monte e colle sarà abbassato; le vie tortuose diverranno diritte e quelle impervie, spianate. Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!”.

Quest’anno la seconda domenica di Avvento coincide col giorno della “chiusura” della Festa dell’Immacolata. La nostra comunità di Bagnoli, come avviene da secoli, è chiamata a celebrare le lodi di Maria, colei che col suo “sì” a Dio ha permesso di realizzare il suo progetto di salvezza dell’uomo dal peccato, concependo il Figlio di Dio per opera dello Spirito santo e dandolo alla luce come ogni essere umano che viene in questo mondo. Il motivo per cui non vi ho offerto il pensiero di riflessione è motivato dal fatto che ognuno ha avuto la possibilità di ascoltare la Parola  per la novena e la festa dell’Immacolata dalla viva voce del padre Predicatore.

Attendere vigilanti ed avere una disposizione di supplica, di preghiera, di meditazione, di fede, di speranza amorosa nei riguardi del Messia significa incamminarsi per le strade che portano a Cristo. L’Avvento è tempo di conversione, tempo per preparare ,la via del Signore dentro di noi e negli altri, tempo per raddrizzare i sentieri e abbattere gli ostacoli, perché si instauri il Regno di Dio.

Nella liturgia dell’Avvento ha un’importanza tutta particolare la figura di Giovanni Battista. La sua vocazione è intimamente legata alla venuta del Messia; il Battista, quindi, adempie il compito di predire, di precedere e preparare a ricevere il Messia. Ecco allora, che in Giovanni Battista noi vediamo:

  • il profeta che annuncia la venuta del Redentore, al Quale non è degno di “sciogliere i legacci dei sandali”;
  • il precursore che non solo annuncia l’imminenza della grazia (Cristo) ma con lui (Battista) la grazia è inaugurata, è in atto; è come la prima luce dell’alba che ridesta dal sonno l’uomo e lo prepara ad accogliere la luce più forte del sole;
  • l’amico dello Sposo (porta la fidanzata allo Sposo), in quanto precede l’imminente venuta del re e del giudice ma sposo nello stesso tempo: Cristo viene verso l’umanità per unirsi ad essa e per introdurla nella casa del Padre. L’invito di Giovanni è invito alla penitenza davanti all’arrivo del giudice e nello stesso tempo è invito alla gioia per l’arrivo dello sposo.

Meditando sulla figura di Giovanni Battista abbiamo visto che c’è una via da preparare e da percorrere. L’uomo può percorrere due vie: quella del bene o quella del male, ed è in una continua scelta tra le due; non solo: qualunque strada scelga non la percorrerà da solo, ma insieme a coloro che hanno fatto la stessa scelta. La via buona è la via della vita (Pr 2,19; 5,6) in quanto consiste nella pratica della giustizia, nella fedeltà alla verità, nella ricerca della pace. All’uomo che è libero e responsabile della sua scelta Gesù rivolge questo invito: “Entrate per la porta stretta, perché larga è la via che porta alla perdizione, e sono molti quelli che vi passano; quanto stretta invece è la porta e angusta la via che porta alla vita e quanto pochi sono quelli che la trovano” (Mt 7,13-14).

Oltre queste due vie ci sono le vie di Dio che non sono quelle dell’uomo. Se la via del bene è già una via di Dio, vi sono, secondo la Bibbia, altre vie di Dio, di cui il popolo di Israele ha fatto esperienza. Sono vie sconcertanti, ma che hanno  realizzazioni e conclusioni mirabili. Israele Ha sperimentato cosa significhi “camminare con Dio”, quando, guidato e protetto da Lui, ha superato ostacoli insormontabili (eserciti, Mar Rosso, …).08

Ma “camminare con Dio” è difficile e sono continue le prove da superare. “camminare con Dio” vuol dire percorrere i sentieri di Dio che sono amore e fedeltà e giustizia: amore alla meta, Dio; fedeltà alla sua legge, amore verticale e orizzontale; giustizia in tutto e a tutti.

don Stefano Dell’Angelo


Don Stafano Dell’Angelo, parroco di Bagnoli Irpino

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