Il peso della memoria

di Maria Varricchio

Se oggi, 23 novembre, qualcuno mi chiedesse quanti anni ho, risponderei sette, esattamente quelli che avevo 39 anni fa.

Se qualcuno, sempre oggi, mi domandasse quanto sono lunghi 90 secondi gli risponderei che possono essere interminabili ma al tempo stesso sufficienti per interrompere giochi, discorsi, storie e vite.

Se qualcuno mi interrogasse sul peso della memoria, direi che mentre il tempo segue il suo corso, un altro tempo scava dentro di noi faglie grandi quanto le fratture di un sisma.

Oggi e sempre ricorderò chi ho visto per l’ultima volta non sapendo sarebbe stata l’ultima. Oggi e sempre conservero’ la consapevolezza che sono una sopravvissuta, rinata dalle macerie, restituita a mia madre e a quello che restava della mia famiglia e del mio paese.

Io, come tanti amici lionesi, sono davvero nata quella sera.

Alla domanda che ogni tanto ritorna: “perché quella faglia ha separato i vivi dai morti, perché io sono viva mentre altri non ci sono più” (domanda cui nessuno potrà mai dare e darsi una risposta anche solo vagamente vicina alla verità), dovremmo rispondere, da sopravvissuti quali siamo, con un impegno: vivere.

Vivere al meglio. Per chi non c’è più.

Maria Varricchio

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