“Indivisibili” storia tenera e crudele di due gemelle siamesi
Avvenimento straordinario a Bagnuolo nel 1738
Questo avvenimento storico accadde il 19 Agosto 1738 a Bagnuolo, oggi Bagnoli Irpino, nel Principato Ultra del Regno di Napoli!
All’inizio del 2018 un articolo del grande Aniello prof. Russo sull’esistenza di Memorie della famiglia bagnolese Bruni mi fece ricordare un documento già menzionato dal mio professore di Storia, Italiano e Latino, il Sac. Don Giuseppe Passaro di Nusco, anno scolastico 1964-65. Quest’ultimo parlando di un manoscritto del suo compaesano Michele Della Vecchia (alias Michelu ri Cotuca, un Nuscano) menzionò anche l’esistenza di un fascicolo che conteneva le Memorie della famiglia Bruni di Bagnoli; un fascicolo ricco di notizie della famiglia Bruni e di altre storie locali. Subito andai a verificare il mio diario scolastico Jacovitti di quell’anno dove annotavo notizie di questo tipo, e trovai il riferimento. Mi diedi allora come obiettivo quello di andare a consultare il documento in loco al più presto possibile. Dunque, in aprile del 2018 mi recai presso l’Archivio Storico dell’Abbazia del Monastero di Montevergine per consultare i documenti che sono contenuti in vari fascicoli e che riguardano l’illustre famiglia Bruni di Bagnoli Irpino. La raccolta contiene tutta la corrispondenza dei Bruni e tanti documenti storici riguardanti i vari membri. Il documento principale della raccolta incominciata nel ‘700 dal dottor Niccolò Bruni è un “diario” della Famiglia con titolo “Memorie della Casa e Famiglia de’ Bruni di Bagnuolo 1651, Principato Ultra”.
Le “Memorie” iniziano così in prima pagina:
“Memorie”
“Per la mia Famiglia, raccolte da me Dottor Niccolò Bruni delle scritture antiche, confrontate colle tradizioni, in difetto de’ libri battesimali brugiati fra lo germinato incendio disgraziatamente patito dalla Chiesa Matrice di questa Terra di Bagnuolo accaduto a 13 Feb. 1651, e l’altro … Si nota la genealogia della mia Famiglia dal foglio primo, col prosieguo da me fatto sino al foglio 11. Ed ulteriormente faciendo da chi sarà in vita; se il Signore ravviverà la mia Prole, quasi che estinta. Dal foglio 101 si descrivono i beni, che posseggonsi da questa casa; ed la cautela ed interessi attinentino alla stessa. E dal foglio 201 sino all’ultimo le notizie comuni, e fatti memorandi.”
Nella compilazione di queste memorie e nella collezione delle varie lettere e documenti riguardanti i vari componenti della Famiglia Bruni, contenuti in tanti fascicoli conservati nell’Archivio, si sono avvicendati vari componenti della famiglia. L’ultimo fu Nicola Bruni, che nel 1771, all’età di 75 anni, riordinò tutto il materiale fino ad allora raccolto, e conservato ora nell’Archivio Storico di Montevergine.
Le prime undici pagine trattano della Genealogia della sua famiglia e prega il Signore che qualcuno della sua prole, già allora quasi estinta, continui con la raccolta. Egli descrive e dimostra con vari alberi genealogici, che chiama “arbori di parentela”, a partire dal dodicesimo foglio, la relazione della sua famiglia con molti illustri personaggi e nobiltà di Bagnuolo, e con le nobiltà di Barletta e Napoli. A partire dal foglio 101 da una lista esaustiva dei beni posseduti dalla sua Famiglia, iniziando dal Palazzo da loro abitato in quella strada che l’autore chiama “Contrada (strada) della Rendina” (che divenne Via Castello e finalmente al giorno d’oggi Via Domenico Cione), ai vari orti, giardini, case per il paese e dintorni.
A partire dal foglio 201 sino all’ultima pagina le “Memorie” contengono una sezione con titolo “Notizie Comuni e Fatti Memorandi” piena di notizie e fatti accaduti anno dopo anno non solo a Bagnuolo ma anche in altre parti del Regno. Notizie molto interessanti riguardanti raccolti, la peste del 1744, avvenimenti climatici, ecc., tra cui anche una che implica il mio antenato il Mastro Fabbricatore Onorio Labbiento (classe 1748) che fece come suo padre Gennaro prima di lui tanti lavori di costruzione/riparazione per la Chiesa Madre e per le varie case ed edifici proprietà del Capitolo. Senza alcun dubbio questi documenti furono delle fonti di notizie per i vari autori di storiografia locale tra cui, per esempio, il Sanduzzi per le sue “Memorie Storiche di Bagnoli Irpino” del 1925. Tra le tante notizie interessanti, una che attrasse subito la mia attenzione fu quella di un avvenimento straordinario accaduto nell’agosto del 1738. Accadde infatti un caso raro, memorabile per quei tempi (posso immaginare la reazione dei Bagnolesi di quell’epoca: “ma-l’r’ziona – maluócchiu – jastéma r’ lu PataTeu – ecc.”): la nascita di una “figliuola … che avea quattro bracci, quattro piedi, e due teste”, e come il bruni dice una figura mostruosa ch’egli “rozzamente” ci presenta nel documento . Evidentemente un caso di gemelle siamesi nella terra di “Bagnuolo”!!!
I gemelli siamesi sono una coppia di gemelli identici uniti in una parte del corpo dalla nascita. L’evento dipende dalla divisione tardiva dell’embrione, e la coppia di gemelli è sempre monozigote e quindi dello stesso sesso. Le cause del ritardo nella scissione al momento non sono scientificamente accertate ma si ipotizza siano influenzate da alcuni fattori ambientali e dall’attivazione di determinati programmi genici (ma non sembra essere un carattere ereditario). La nascita di gemelli siamesi è un’eventualità molto rara, circa una ogni 120.000 nascite, e nei tre quarti dei casi porta a morti premature a causa delle malformazioni degli organi interni. Nel nostro caso le gemelle (i documenti parlano di una “filia Honorii Trillo”) furono subito battezzate e morirono dopo poche ore nello stesso giorno. Il Bruni così racconta: “Addì 19 Agosto 1738 nacque in questa terra una figliuola da Rosalina (figlia) di Bernardino Prezioso, moglie di Onorio (figlio) di Giovanni Trillo; la quale avea un corpo di quattro bracci, quattro piedi, e due teste, e vivendo alquante ore, fu privatamente battezzata et indi sepolta nella Chiesa Matrice di questa Terra. La figura di sì mostruosa creatura si vede qui sotto rozzamente dipinta.”
Non ci sono tracce di battesimo nei libri dei battezzati di quell’anno, ma come era la prassi in casi simili (di battesimo amministrato in generale dalla “mammana” – ostetrica- nel caso di pericolo imminente di morte) l’entrata non appare nel Liber Baptizatorum (Libro dei Battezzati) di quell’anno ma nel Liber Defunctorum (Libro dei Defunti) del 1738: “Filia Honorii Trillo: Die decimo nono mensis Augusti millesimo septigentesimo trigesimo octavo, filia Honorii Trillo Terrae Balneoli, Nuscanae diocesis, eodem die nata, quae ob imminente mortis periculo in doma vita baptizavit Catharina Lenzo, obstretix, Anima Deo reddit, cujus corpus eodem die in Collegiata insigni, et Parochiali Ecclesia in Terre sepolta est”, ovverosia: “Figlia di Onorio Trillo: Nel 19 Agosto 1738, la figlia di Onorio Trillo della terra di Bagnoli, della diocesi di Nusco, nata nello stesso giorno, che sotto il pericolo di morte imminente fu battezzata in casa da Caterina Lenzi, ostetrica, rese l’anima a Dio e nello stesso giorno fu sepolta nell’Insigne Collegiata e Chiesa Parrocchiale di questa terra.”
Da notare che la coppia di siamesi fu considerata come una sola persona (“filia” nel registro dei morti, “una figliuola nata…” nelle Memorie del Bruni) a cui non fu dato alcun nome. Infatti, il Bruni la descrive come essere un corpo con due teste, quattro braccia, ecc. – (dunque si assumeva allora una sola entità e una sola anima piuttosto che due persone che se rimaste in vita avrebbe avuto due personalità distinte).
Curiosità: Come indicato nel Catasto Onciario del 1754 ( dal microfilm 16 mm dell’Archivio di Stato di Napoli), la famiglia di Onorio Trillo abitava in casa propria sita al Piano (l’odierna Piazza Leonardo Di Capua) e confinante con il Magnifico Stefano Sanduzzi e Giovanni Vecchi. Da notare che nel Catasto appare solo “Rosalia di Preziuso di anni 50” descritta come vedova di Onorio Trillo (morto nel 1746) con quella che era allora la sua famiglia. Basandomi su questa informazione, dato che il palazzo nobiliare dei “Sanduzzi” è quello che fu dei “Gargano” (dove c’è il bar Roma, Farmacia, Ninnoli, ecc.), ipotizzo che la dimora fosse quella situata nelle vicinanze (a destra o a sinistra).
Giovanni Labbiento
(da Fuori dalla Rete Natale 2022, anno XVI, n. 5)
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