Irpinia, ora le aree interne hanno i giovani facilitatori

di Paola Liloia (Irpiniapost.it)

Si chiama RIFAI ed è la rete dei giovani facilitatori delle aree interne. L’associazione, che sta prendendo forma in queste ultime settimane, lunedì debutta in un’assemblea virtuale che vedrà la partecipazione di Francesco Monaco, attuale coordinatore del comitato tecnico Aree Interne. E ne fanno parte anche dei giovani irpini, tra i 18 e i 35 anni.

Di che stiamo parlando? Il contesto è quello della Strategia nazionale aree interne che in provincia di Avellino si traduce nel Progetto pilota Alta Irpinia. E’ il tentativo del Governo nazionale di dare una mano ai territori interni della penisola, perlopiù montani ma non solo. Luoghi nei quali lo spopolamento cresce di anno in anno e nei quali – è questa l’idea che ormai più di un quinquennio fa ha avviato la macchina nazionale – provare a innovare e sperimentare per riorganizzare i servizi (scuola, mobilità e sanità) e per creare occupazione.

Rifai nasce grazie all’attivismo di un gruppo di ragazzi piemontesi che in autunno hanno partecipato ai primi confronti e che si autodefiniscono giovani che vogliono dire la loro sul futuro in vista del Next generation Ue, indicando come spendere le risorse. Una rete di restanti, cioè persone che vivono nelle aree interne e usufruiscono dei loro servizi. A loro si sono presto uniti dei coetanei siciliani e altre realtà sparse in tutta Italia e in via di strutturazione. Per l’Irpinia, tra gli altri, figurano Nicholas Ferrante e Stefano Carluccio. Fuorisede ritornati a casa, in particolare per effetto della pandemia.

Uno dei progetti più ambiziosi è la trasformazione della web tv delle Alpi nella web tv delle aree interne, ma soprattutto l’individuazione di tre proposte da portare al ministro per la Coesione Provenzano (ascolta qui). Lunedì verrà presentata una bozza di documento che dovrebbe organizzare la rete e sulla base del quale discutere in assemblea per articolare meglio il tutto. “Il progetto nasce all’interno di Officine della coesione e la Snai lo segue attraverso Filippo Tantillo, perché qualsiasi contributo volto ad alimentare i partenariati locali è sempre visto di buon occhio”, fanno sapere dal comitato tecnico Snai. Ovviamente è un embrione.

Due i filoni sui quali provare a intervenire: il monitoraggio delle cose fatte e da fare, attività sulla quale dovrebbero concentrarsi soprattutto i giovani dell’area interna Simeto; e dall’altra parte, la raccolta delle istanze delle nuove generazioni da consegnare ai decisori locali e nazionali.

Paola Liloia (Irpiniapost.it)

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