Un’esperienza di solidarietà e scienza medica di novant’anni fa.
Dedico questo mio lavoro di ricerca storica ai giovani e alla comunità bagnolese, facendo riemergere dall’oblio un’esperienza di solidarietà e scienza medica applicata all’infanzia bisognosa, di cui la cittadina irpina dovrebbe andare fiera, la Colonia Montana Padre Semeria di Bagnoli Irpino, e invitando tutti a far squadra nell’affrontare le difficoltà quotidiane, così come avvenne 90 anni fa.
La Colonia Semeria a Bagnoli, un importante laboratorio di sanità pediatrica.
A metà degli anni 20, durante le calde estati irpine, lungo le strade di Bagnoli era facile, veder incamminarsi verso il Laceno, tenendosi per mano, decine di bambini, dall’aspetto gracile e dal colorito pallido, accompagnati da uomini in abito talare. Erano i bambini della Colonia Montana Padre Semeria, provenienti in maggior parte da famiglie indigenti del proletariato napoletano in cura presso l’equipe medica della specializzazione di pediatria della facoltà di medicina di Napoli, il cui indimenticato Maestro fu il Prof Rocco Jemma.
Di questo gigante della Pediatria moderna Italiana, ricordiamo l’impegno nel campo scientifico, ma anche la tenacia nello spingere filantropi e istituzioni ad agire fattivamente eregendo luoghi di cura e di assistenza per l’infanzia: cliniche, ma anche luoghi di riposo ove tonificare il corpo e lo spirito dei bambini. La Colonia Padre Semeria di Bagnoli fu un positivo esempio di questa capacità di coniugare assistenza sociosanitaria, sperimentazione scientifica e solidarietà umana.
Le colonie Montane, presidio sanitario contro la Tubercolosi e le malattie infantili.
Nella prima metà del XIX secolo il ruolo favorevole del clima montano nella cura della tisi, (la tubercolosi) e di altre malattie, era stato consigliato dal dottor Biagio Castaldi, patriota risorgimentale e medico che sperimentò da se stesso, gli effetti salutari di una buona e sostanziosa alimentazione e del soggiorno in altura.
Con l’avanzare della rivoluzione industriale crebbe l’attenzione alla salute e all’educazione dei giovani generando una prima presa di coscienza dei problemi sociali e sanitari a essa conseguenti, quali la relazione tra i danni alla salute dell’infanzia e l’ambiente urbano, gli alloggi insalubri, l’inquinamento industriale, il lavoro precoce, le condizioni d’indigenza.
La moderna assistenza sanitaria, fondata sui valori della solidarietà, deve molto anche a un altro medico, il toscano Giuseppe Barellai, i cui seguaci furono i precursori della moderna medicina sociale preventiva per l’infanzia, diffondendo la consapevolezza delle funzioni insostituibili del clima e dell’acqua marina per la tutela della salute.
Le Colonie montane e marine avevano finalità essenzialmente curative ed erano rivolte a bambini bisognosi e malati che non avevano accesso alle terapie. Organizzazione e gestione erano in mano a banche, opere pie e singoli benefattori religiosi o laici, e il carattere privato e lo scopo caritatevole restarono prevalenti fino agli anni Venti del Novecento.
Con l’avvento del fascismo e in particolare dagli anni ‘30 questo stato di cose mutò in modo radicale: la gestione delle colonie fu affidata alle federazioni locali del Partito Nazionale Fascista, all’Opera nazionale Balilla, all’Opera Nazionale Maternità e Infanzia, in un quadro di maggiore accentramento, per favorire il consenso intorno allo stato totalitario che poneva sotto il controllo del partito fascista ogni aspetto della vita politica, economica e sociale italiana.
La nascita della Colonia Padre Semeria di Bagnoli Irpino
La colonia Padre Semeria nacque seguendo il filone delle opere caritatevoli e filantropiche che videro in un’inusitata comunione d’intenti, banchieri, uomini d’affari, medici e pedagoghi, unirsi nel combattere piaghe sino allora definite incurabili, con l’intento primario di dare un futuro diverso e maggiori aspettative di vita all’infanzia che si affacciava al mondo del nuovo secolo.
Cercherò di rispondere alla naturale curiosità dei nostri lettori e in particolare dei cittadini bagnolesi, aiutandomi con la lettura della relazione sul triennio di attività 1925-27, redatta dall’allora assistente della cattedra di pediatria di Napoli, dottor Alessandro Laurinsich incaricato dal prof Jenna, come responsabile sanitario della Colonia Semeria.
Perchè fu scelta Bagnoli Irpino?
“-Laurinsich: Fu prescelta la località di Bagnoli, ridente paesello irpino della provincia di Avellino perchè per la sua altimetria di 600 m di alittudine per il suo clima mite, per le sue facilità di accesso da Napoli e per la sua amena posizione…-“
Sembrerebbe quasi una risposta scontata, ma le sorprese vengono come le ciliegie, una dietro l’altra…
Senza fondi i sogni hanno le gambe corte…
Questo assunto lo conosceva benissimo il professor Jemma quando accettò pieno di entusiasmo di assumere la responsabilità medica di un’esperienza all’avangurdia in questo campo, trasformando l’iniziale progetto di un ospizio montano di bambini poveri del proletariato metropolitano, in uno strumento di prevenzione e cura per l’infanzia indigente.
Il Filantropo dell’infanzia italiana: Gerolamo Gaslini
“…Laurinsich: -La colonia montana di Bagnoli Irpino sorse nel 1924 per la benefica iniziativa dell’Ing. Silvano, consulente tecnico degli Oleifici Nazionali e del Conte Giovanni Ivanovich, Direttore degli Oleifici Liguri Napoletani…-”.
Cosa o chi spingeva industrie olearie a finanziarie opere di assistenza medica e sociale?
Quasi sempre il filantropo si comporta in maniera discreta e aborrisce comparire in prima persona, nella sua azione benefattrice; ripercorrendo la storia industriale delle aziende nominate dal dott Laurisich, scopriamo che nei loro consigli societari e ai tavoli decisionali siedeva il filantropo per eccellenza dell’infanzia Italiana, ovvero Gerolamo Gaslini, il cui nome è legato al suo meraviglioso dono alla città di Genova e all’Italia: la prestigiosa clinica pediatrica Giannetta Gaslini. Possiamo quindi comprendere come questa sua opera filantropica abbia influito sulla decisione dei consigli societari delle industrie olearie locali e nazionali di finanziare un progetto caritatevole nel nostro piccolo paese dell’Irpinia.
Gli altri benefattori
“-…Alessandro Laurinsich:-Successivamente, a quest’utile istituzione portò anche il suo contributo personale il Padre Semeria… Contribuirono finanziariamente a sostenere le spese oltre a questi generosi anche altri oblatori fra i quali il Banco di Napoli e nell’ultimo anno anche I’ Opera Nazionale per la Protezione della Maternità e dell’Infanzia…-”.
Padre Semeria un religioso fuori dal comune…
Padre Semeria (Fra Galdino) fu un religioso fuori dal comune, dagli aspetti controversi, durante la prima guerra mondiale amico e collaboratore di interventisti della prima ora come D’annunzio e Cadorna, gran conferenziere mandato a convincere con la sua tonaca quella moltitudine di poveri soldati meridioanli a morire nelel trincee per una patria che a casa faceva morire di fame i loro figli. Combattuto intimamente tra rimorso e fervore religioso, Semeria maturò l’idea delle colonie montane er i piccoli orfani di guerra e per la loro asssitenza. La prima colonia montana a Courmayeur, nel 1917, quando ancora tuonavano i cannoni, poi le colonie Semeria si moltiplicarono, in particoalre con l’aiuto dei suoi confratelli e sorelle dell’ordine religioso dei barnabiti. Quanto avvenne a Bagnoli I., con la colonia a lui intitolata, fu un naturale proseguio di quell’opera iniziata durante la guerra, ma anche una sua fortunata implementazione grazie all’apporto scientifico dell’università di Napoli e la collaborazione e la sensibilità della comunità bagnolese che mise a disposizione l’edificio scolastico delle scuole elementari affinchè essa potesse ospitare i piccoli pazienti/villeggianti.
Bagnoli irpino dovrebbe sentirsi onorata per la particolare attenzione che questo gigante della carità ebbe per quell’esperienza di umana solidarietà che fu la Colonia Padre Semeria.
Il collegio Bianchi, i padri barnabiti e il prof Rodolfo Domenico Cione.
Dalla relazione del dottor Laurinsich: “…Ma il regolare funzionamento della colonia e il felice risultato sono dovuti al Rettore del Collegio Bianchi, Padre Giannuzzi che molto cooperò non solo amministrativamente ma anche per quanto riguardava l’educazione mettendo a disposizione della Colonia gli insegnanti e le Suore dedicate alla cucina…”.
Come in tutte le imprese, stabilito il progetto, individuati gli obiettivi, procurati i fondi, per farlo vivere, occorrono uomini e donne in carne ed ossa che s’impegnino anima e corpo affinchè esso possa realizzarsi. Questi uomini e donne sono quelli che indossavano l’abito dei padri barnabiti, al cui ordine religioso apparteneva Padre Semeria, e che durante l’anno scolastico insegnavano o avevano altre funzioni (le suore), nel prestigioso ed elitario Collegio Bianchi di Napoli e che, nel periodo estivo, prestarono volontariamente la loro opera presso la Colonia montana bagnolese.
Domanda:-Perché la Colonia Semeria fu affidata alle cure e all’assistenza religiosa del Collegio Bianchi di Napoli e come si giunse all’idea di utilizzo delle scuole San Rocco?-.
A rispondere è stata la signora Marisa Cione spiegandomi il rapporto privilegiato tra la famiglia Cione e il collegio Bianchi, dove il professor Rodolfo Domenico Cione, e sua moglie l’insegnante Anna Melillo, inviarono i propri figli a studiare. Sono loro stessi che indicano come possibile struttura ospitativa le scuole san Rocco di Bagnoli, dove essi insegnavano e dove il prof Cione aveva funzione di direttore scolastico.
Bagnoli irpino, era conosciuta in quel tempo dalla comunità medica napoletana non solo per la salubrità dei luoghi, ma anche per l’opera che aveva svolto il padre di Rodolfo, il valente e compianto medico Domenico Leonardo Cione, ricordato con ammirazione e rispetto dal grande dottor Spallanzani.
In questa intervista la signora Marisa Cione, nipote di Domenico ed Anna, mi ha permesso di esaminare i documenti attestanti questi fatti, e alcune foto che ritraggono suo nonno insieme a suo padre Pierino Cione, in età scolare, insieme agli ospiti della Colonia Padre Semeria e i padri barnabiti, nella scuola elementare San Rocco di Bagnoli Irpino.
Fine Parte Prima
Antonio Camuso, Archivio Storico Benedetto Petrone
(da Fuori dalla Rete, Maggio 2019, anno XIII, n. 2)
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