“L’ambiente umano e l’ambiente naturale si degradano insieme, e non potremo affrontare adeguatamente il degrado ambientale, se non prestiamo attenzione alle cause che hanno attinenza con il degrado umano e sociale.”
Papa Francesco, “ Laudato si’ ”
La croce
***
La croce sulla montagna
risplende sorride
pensando ancora
all’uomo intrepido
impavido
stupido
che l’eresse simbolo
del proprio dominio.
Un falco indifferente
gira gira
e si allontana.
Questa “cosa”, scritta 45 anni fa sul terrazzo di casa che guarda verso monte Piscacca, evidentemente non era nata per parlare di Coronavirus.
Qualche giorno fa mi è passata casualmente tra le mani la raccolta che la contiene e ho avuto una specie di ispirazione di ritorno. Ecco: essa non parla del virus, certo, ma dell’uomo che si illude di aver sottomesso la natura al proprio potere e ai propri bisogni, quasi sempre legati al denaro, producendo in questo modo danni forse irreversibili. L’illusione dura solo fino alla prossima alluvione, al prossimo terremoto, alla prossima siccità, alla prossima invasione di cavallette. Alla prossima pandemia, dobbiamo aggiungere nel 2020. Perché, com’è successo negli ultimi mesi, di fronte a questi eventi l’umanità si scopre debole e indifesa, piccola goccia di materia che vive in un angolo periferico dell’universo, in balia dell’immensità e della potenza della natura.
Ma, come dice il Papa, le cause di tutte queste sciagure vanno ricercate anche nell’inquinamento, nelle deforestazioni, nel riscaldamento globale dovuto alle attività umane, nella desertificazione, negli allevamenti-lager di animali. In poche parole, nel modo in cui trattiamo l’ambiente che ci circonda.
Il “falco indifferente”, allora, è l’occhio sornione della natura, che ci guarda dall’alto e vola via, quasi divertito dalla nostra ridicola e illusoria presunzione.
Luciano Arciuolo
(Foto di copertina: Croce sul Monte Piscacca illuminata la sera/notte di Venerdì Santo 10 aprile 2020)
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