In questa convulsa campagna elettorale, in cui il Sud è stato decisivo per la vittoria dei vari schieramenti, il vero assente dal dibattito è proprio il Mezzogiorno d’Italia. Del resto, come tutti i meridionalisti hanno sottolineato e lo stesso compianto Giuseppe Galasso, il Sud è ai margini del panorama politico e culturale nazionale almeno dagli anni ’90. Un esempio stringente di questa marginalità è rappresentato dalla “damnatio memoriae” della Letteratura meridionale, che, come Centro di Documentazione sulla Poesia del Sud, da sette anni andiamo stigmatizzando. Infatti, nelle “Indicazioni nazionali” per i Licei (DM 211/2010) che hanno accompagnato il riordino dei Licei del Ministro Gelmini (DRP 89/2010), sono citati a mo’ d’esempio 17 autori indispensabili per lo studio della Letteratura contemporanea nessuno dei quali nati a Sud di Roma. Ecco il testo delle “Indicazioni nazionali”: “Dentro il secolo XX e fino alle soglie dell’attuale, il percorso della poesia, che esordirà con le esperienze decisive di Ungaretti, Saba e Montale, contemplerà un’adeguata conoscenza di testi scelti tra quelli di autori della lirica coeva e successiva (per esempio Rebora, Campana, Luzi, Sereni, Caproni, Zanzotto, …). Il percorso della narrativa, dalla stagione neorealistica ad oggi, comprenderà letture da autori significativi come Gadda, Fenoglio, Calvino, P. Levi e potrà essere integrato da altri autori (per esempio Pavese, Pasolini, Morante, Meneghello …). Raccomandabile infine la lettura di pagine della migliore prosa saggistica, giornalistica e memorialistica”.
Come si ricorderà, il Ministro Stefania Giannini aveva a suo tempo – nel 2014 – garantito una modifica delle “Indicazioni nazionali”, con l’integrazione di questo elenco. Ma da allora nulla è cambiato.
Un appello, perciò, rivolgo ai neo-deputati irpini e meridionali, di battersi per la modifica di questo documento, che marginalizza gravemente la Letteratura meridionale e fornisce una versione parziale della storia letteraria del ‘900 italiano. Saranno all’altezza di questo compito? Saranno in grado di dare voce ad un Sud sempre più mortificato e ridotto al silenzio politico, intellettuale … e persino poetico?
Da “Fuori dalla Rete” – Aprile 2018, Anno XII, n.2
Paolo Saggese*
* Direttore del Centro di Documentazione sulla Poesia del Sud
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