LA SANTA FAMIGLIA – La piccola Chiesa

IL VANGELO, di don Stefano Dell'Angelo

Dal Vangelo di Luca (2,41-52)

I genitori di Gesù si recavano ogni anno a Gerusalemme per la festa di Pasqua. Quando egli ebbe 12 anni, vi salirono secondo la consuetudine della festa. Ma, trascorsi i giorni,mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero. Credendo che egli fosse nella comitiva, fecero una giornata di viaggio, e poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti; non avendolo trovato, tornarono in cerca di lui a Gerusalemme. Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai maestri, mentre li ascoltava e li interrogava. E tutti quelli che l’udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte. Al vederlo restarono stupiti, e sua madre gli disse: “Figlio, perché ci hai fatto questo? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo”.

Ed egli rispose loro: “Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?”. Ma essi non compresero ciò che aveva detto loro. Scese dunque con loro e venne a Nazaret e stava loro sottomesso. Sua madre custodiva tutte queste cose nel suo cuore. E Gesù cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini.


La famiglia del V.T., da cui hanno preso l’esempio fino ai nostri giorni le famiglie patriarcali, riteneva che la pace, l’abbondanza dei beni materiali, la concordia e la serenità familiari, la discendenza numerosa, erano i segni della benedizione del Signore, dei favori divini sulla famiglia.

Ma, come sappiamo, nella famiglia non è tutto idillio, pace tranquillità, serenità: ci sono pure sofferenze, difficoltà di ogni tipo, crisi di lavoro, emigrazione, , separazione di genitori, rancori e inimicizie, ecc.; per fortuna nostra e della società ci sono ancora famiglie che si salvano almeno da alcune cose soprascritte, perché in esse ogni azione e fatta perché ci si vuol bene.

La visione della famiglia presentata nella Bibbia, non è che si accosti molto a quella di oggi, i cui problemi a volte sembrano non solo diversi ma addirittura opposti. Nell’attuale società la famiglia è particolarmente in pericolo, in quanto la sua struttura tradizionale è posta in discussione, e, se non cerca di costruire se stessa secondo una visione morale esatta, nel mondo di oggi rischia di essere soffocata.

Dal punto di vista morale il cristiano deve prendere coscienza di vari problemi abbastanza importanti per la famiglia odierna, problemi che, se risolti negativamente dal punto di vista cristiano, rendono la famiglia tutt’altro che “Chiesa domestica”. Alcuni dio questi problemi sono: la limitazione delle nascite, l’aumento del numero dei matrimoni falliti, dei divorzi legali o di fatto, le separazioni, l’aborto, la perdita di certi valori morali e religiosi.

Dal punto di vista economico le esigenze della famiglia sono assorbite da quelle della società tecnica: la crisi delle abitazioni, il lavoro della donna fuori casa a scapito della famiglia, i membri della famiglia che vivono ognuno  indipendentemente dagli altri facendo ciò che si vuole, ecc.; questi e altri problemi rovinano l’unità e l’armonia familiare.

Dal punto di vista politico mentre la famiglia è aiutata dallo Stato (quando succede), almeno in alcuni paesi, rischia però gravemente di essere assorbita da Esso, soprattutto per quanto riguarda la prima educazione dei figli.

Questi e altri gravi problemi (altroché se ci ne sono!) non si risolvono facilmente!

Per avere una famiglia sana moralmente bisogna innanzitutto assicurare le condizioni economiche e sociali minime e, nello stesso tempo, preparare i fidanzati al loro impegno educativo futuro e a fondare la loro vita sull’amore! Il criterio supremo di vita della famiglia va ricercato nell’esercizio della carità (= amore), che è la vera fonte dell’unità familiare. Questo il criterio di vita che traspare dal Vangelo di Luca.

Il brano mostra Gesù ragazzo che è sottomesso alla Legge di Mosè. Ma egli deve fare la volontà del Padre, ciò che sarà alla base di tutta la sua vita e lo condurrà alla passione e alla morte e tre giorni dopo alla Gloria del Padre con la risurrezione. La risposta di Maria, che non ha compreso le parole del Figlio, sono l’espressione spontanea dell’angoscia e del dolore di una madre nelle relazioni col figlio.

In conclusione, sforziamoci di imitare sempre più perfettamente la Santa Famiglia: i figli ubbidendo, rispettando e amando i genitori; i genitori adempiendo con coscienza i loro doveri nei riguardi dei figli; tutto affinché nella famiglia regnino sempre pace, gioia, tranquillità, serenità, amore, perché, mancando queste virtù, la famiglia si disgrega, regnando invece si costruisce sempre più facendo da lievito in seno alla società.

Don Stefano Dell’Angelo

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