“Il femminicidio è spesso il risultato di una cultura che svaluta la vita delle donne, vittime proprio di coloro avrebbero dovuto amarle e invece sono state vessate, costrette a lunghi periodi di abusi fino a perdere completamente la loro libertà prima di perdere anche la vita.” Gino Cecchettin
Perché, salvo rari casi, il femminicidio non fa più notizia? I femminicidi sono numerosi, troppo numerosi. Sono il prodotto di un sistema che legittima la violenza sulle donne. Una forma di “barbarie”. I femminicidi mettono in discussione la società. La mancanza di rispetto per i diritti umani delle donne, per la loro sicurezza. La quasi impunità di cui godono gli assassini.
L’irresponsabilità delle autorità e soprattutto dello Stato. Queste “fragilità sociali” provengono direttamente dal Patriarcato che paradossalmente autorizza tacitamente il dominio sulla donna e alla violenza. Dall’incontro tra le fragilità individuali e una società patriarcale nascono i femminicidi.
Uno dei motivi è la stigmatizzazione e sessualizzazione delle donne. In ogni rivista, in ogni film, le donne sono ritratte come oggetti sessualizzati, madri o mogli. Le donne vengono spesso incolpate per il motivo per cui si trovano in una situazione di abuso: avrebbero dovuto difendersi o adempiere meglio al loro “dovere”.
Tutti dobbiamo lavorare per la coesistenza pacifica delle libertà. Se la civiltà non riesce a pensare al ruolo dell’uguaglianza tra donne e uomini all’interno di questa coesistenza, forse dovremmo mettere in discussione la legittimità della nostra organizzazione sociale.
E chiudo l’articolo con l’imbecillità dell’economista Luttwak: La guerra è bella, la guerra fa felici gli uomini, i soldati eccitano le femmine.
Gino Di Capua
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