Laceno, l’altopiano delle occasioni perse e dei turisti in fuga

Il Mattino (Giulio D'Andrea)

Ma Federalberghi scommette su un programma di rilancio delle presenze, con iniziative distribuite lungo l’intero anno.


Flussi turistici in calo sull’altopiano Laceno. Lamentele e critiche di visitatori e bagnolesi. Stagione estiva complicata. Ma a Bagnoli Irpino si tende a vedere il bicchiere mezzo pieno. Mettiamola così, con manifestazioni ben organizzate qualche risultato è arrivato. In mancanza di iniziative si è registrato il classico mordi e fuggi, tra l’altro rovinato spesso dal clima. Con le piogge della seconda parte di agosto il deserto.

E sullo sfondo restano i problemi di sempre: parziale assenza dei servizi di base, randagismo, convivenza spesso difficile tra visitatori e animali da pascolo, poche attrattive dopo lo stop agli impianti di risalita, divisioni tra gli stessi operatori. Il quadro sembra questo.

Nel frattempo la comunità è proiettata verso l’organizzazione della sagra del tartufo, giornate che portano numeri (e soldi) in grado di soddisfare molti. Ma una località in attesa delle seggiovie non dovrebbe puntare moltissimo sull’estate? Era stato uno degli auspici degli addetti ai lavori, una volta capito che per il rilancio del turismo invernale servirà molto tempo.

“Io però mi rifiuto di dire che il Laceno è chiuso e che qui non c’è niente” commenta il rappresentante di Federalberghi, Gerardo Stabile. “I dati sulle presenze sono quelli dell’anno scorso più o meno. Non sono grandissimi numeri ma il meteo di agosto avrebbe messo in crisi anche altre località turistiche. In realtà –aggiunge Stabile- possiamo essere soddisfatti per la riuscita di due manifestazioni che hanno portato circa mille tra sportivi e appassionati sull’altopiano. Molti di questi hanno soggiornato pure due o tre notti. Parlo del Laceno bike tour e dei campionati italiani Tiro con l’arco, specialità 3D. I due eventi possono rappresentare un punto di partenza per costruire progetti diversi del vivere la montagna”. Lo stesso albergatore ammette però una riduzione vistosa rispetto al passato.

“Si fino a dieci anni fa era un’altra storia a livello di flussi”: e sui motivi: “Ne possiamo elencare diversi. Le esigenze dei visitatori sono maggiori e forse siamo rimasti indietro. Ma il Laceno fa parte di un territorio ampio. Non siamo un’entità indipendente, è tutto un sistema provinciale che dovrebbe funzionare al meglio. E aspettiamo ancora che la politica ci indichi le strade e soprattutto le soluzioni concrete, solo che non sappiamo davvero chi sono i nostri interlocutori.” E se gli facciamo notare come anche i privati si tengano alla larga da grossi investimenti, Stabile replica: “Se i flussi sono in calo sfido chiunque ad investire”.

A volte può essere un discorso di sensazioni. Il portale di un’importante associazione bagnolese, Palazzo Tenta 39, ospita ieri l’intervento di Giovanni Agosto che racconta la sua “Intensa e piacevole estate sul Laceno”. Tuttavia il numero di settembre della stessa associazione titola a grandi caratteri “Il declino del turismo estivo”. E Federico Lenzi scrive: “Il Laceno non si può definire un polo turistico. L’assessorato al turismo non ha alcun dato su cui implementare politiche di promozione e sviluppo. Non abbiamo alcun database con cui monitorare i flussi attuali e storici. Le stime vengono fatte approssimativamente su osservazioni ad occhio nudo. Questo comportamento da una parte tutela la riservatezza dei singoli, ma d’altro canto non permette di individuare le criticità nel sistema e nelle singole strutture”.

Ripartire resta la parola d’ordine. Ma senza completa fruibilità delle grotte del Caliendo, con un problema idrico sul lago e con gli impianti sciistici chiusi la strada è nettamente in salita.

Giulio D’Andrea (Il Mattino del 11.9.2018)


LAGO LACENO

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