È notizia di pochi giorni fa. Il vice sindaco di Trieste ha brutalmente scaraventato in un cassonetto dell’ immondizia coperte e oggetti di un povero Cristo che dormiva per strada. Non solo. Lo stesso qualche ora dopo si è vantato del suo gesto, affermando che quelle coperte gli facevano schifo. Non posso dargli torto, ha ragione. Anche a me fanno schifo, davvero.
Mi fa schifo solo pensare che oggi, ancora oggi nel 2019 esistono persone costrette a dormire per strada, sotto i ponti o in situazione di emergenza. Persone che si riparano dal freddo con cartoni, esposti alle intemperie con coperte recuperate a destra e manca, nell’immomdizia appunto. Mi fa schifo. Mi fa schifo il mondo in cui viviamo, dove agli animali compriamo anche gli orecchini e invece quando passiamo vicino un mendicante facciamo gli indifferenti. Indifferenza si.
Indifferenza verso una donna, un uomo di cui non conosciamo la storia ma che etichettiamo subito come emarginato, ingombrante. Lo trattiamo con spregevole cattiveria, ancora peggio se di colore. Una donna, un uomo che non sarebbero stati di certo lì a chiederci un centesimo di conforto se avessero avuto le nostre stesse fortune.
Il destino. Il destino è incontrollabile e la vita può metterci davanti ogni giorno a delle circostanze che potrebbero portarci, un domani, ad essere come quella donna, quell’uomo che ci ha chiesto semplicemente aiuto. Questa sofferenza, la richiesta di aiuto, deve essere benzina sul fuoco dell’indignazione. Indignazione verso logiche sociali che emarginano i più deboli. Non dobbiamo aspettare che la nostra vita ci metta davanti a grandi problemi per sapere che questi esistono già nelle vite degli altri. La storia ci insegna che le coscienze dei popoli si risvegliano solo dopo che questi soffrono davvero. Ecco, usiamo questo insegnamento prima che ci serva a salvare noi stessi dalla sofferenza.
E allora al diavolo l’indifferenza e gli indifferenti. Al diavolo il vicesindaco di Trieste e tutti coloro che peggio, godono nel veder peggiore la vita di una persona che una vita dignitosa non ha.
In Italia, dagli ultimi censimenti risultano essere stati confiscati alle mafie 12 mila immobili. 12 mila case, palazzi ed edifici che stanno a perdere tempo, ad occupare suolo pubblico. Se aggiugessimo solo la metà degli immobili dello Stato in disuso arriveremmo ad una cifra mostruosa di luoghi buoni solo a deperire. Oggi molti di questi vengono messi all’asta e magari ritornano troppo facilmente nelle mani dei proprietari mafiosi, con qualche prestanome.
Io invece propongo di ‘aprirli’, facciamoli diventare punti di accoglienza per chi non ha un tetto sotto cui ripararsi. Diamo il caldo a chi ha freddo. Diamo un letto a chi ha i cartoni. Diamo un sorriso a chi non ha niente. Diamo una smossa alle nostre coscienze.
In questo mondo in cui vige l’intolleranza e la cattiveria, dare una mano ad un indigente è diventato gesto raro ed eroico. E anche questo, sinceramente, mi fa schifo.
Nei prossimi mesi mi impegnerò a scrivere una proposta di legge popolare, chiederò all’associazione Giovane Sinistra che presiedo, tutto l’appoggio e l’aiuto possibile, anche dei professionisti del settore. Una proposta di legge, il cui testo dovrà illustrare l’idea di consegnare obbligatoriamente al Terzo settore e al popolo i beni confiscati alle mafie e allo stesso tempo ne vieti la messa all’asta. In modo che luoghi che un tempo sono serviti ai veri nemici, possano un domani diventare casa di nuovi amici.
Ernesto Di Mauro
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