Le regole scolastiche a Bagnoli un secolo fa

di Antonio Camuso

Qualche giorno fa il nuovo ministro della Difesa ha proposto di istituire una mini-naja volontaria per i giovani, affinché essi imparino attraverso il contatto con lo strumento militare il rispetto delle regole e apprezzino i valori concessi a tutti dalla Costituzione. In tal modo i nuovi futuri cittadini acquisirebbero consapevolezza del valore del ruolo che andranno a svolgere nella società.

Parole e proposte che sembrano dettate dal buonsenso, se messe in relazione ai segnali allarmanti che provengono dal mondo giovanile e che si sono accentuati, a detta di psicologi e pedagoghi a causa delle limitazioni imposte dall’emergenza Covid-19.

Bullismo, devianza minorile, uso di droghe e abuso di alcolici, minigang, ecc. sembra essere la normalità quando si parla oggi dei giovani, ma sarebbe concretizzabile un loro “ravvedimento” in 40 giorni di mini-naja? Si dovrebbe, al contrario, investire in un sistema di tutela, assistenza e crescita psico-fisica nell’iter scolastico? Occorrerebbe intervenire e ridurre al contempo quelle fasce di abbandono scolastico, supportando genitori e famiglie con un miglior welfare?

Domande che il sottoscritto si è posto, mentre esaminava un documento proveniente dall’Archivio della signora Marisa Cione, di cui curo la catalogazione. Mi riferisco a una pagella scolastica delle scuole elementari San Rocco di Bagnoli Irpino e stampata a spese di quel Comune, esattamente un secolo fa, e intestata all’alunna Nicastro Angelina.

Un documento apparentemente “amministrativo”, e invece una Bibbia in cui genitori e alunni attingere regole e doveri da rispettare nella scuola e nella società. Insegnamenti che se anche oggi fossero fatti propri, con le necessarie varianti del contesto storico attuale, varrebbero, la migliore laurea con lode e bacio accademico.

Scuole Elementari del Comune di Bagnoli Irpino Patronato scolastico “Francesco de Sanctis”

Pagella dell’alunna Nicastro Angelina

I genitori devono:

  • Mandare alla scuola i loro figli all’ora stabilita e ben puliti;
  • Provvederli in tempo utile di tutto ciò che occorre per lo studio;
  • Giustificarne a voce o per iscritto le assenze ;
  • Far eseguire i compiti e far imparare le lezioni assegnate dal Maestro;
  • Trattenere in casa i figli in caso di malattie contagiose, avvisandone
    l’ insegnante ;
  • Firmare alla fine di ogni bimestre la presente pagella, e curare attentamente che le indicazioni scritte in essa giorni, cognomi, date e luoghi di nascita, ecc.) corrispondano esattamente a quelle degli atti ufficiali. 

Massime per l’ alunno:

  • La scuola è un luogo sacro. Allorché tu vi entri, scopriti il capo con profondo rispetto, siedi educato al posto e ringrazia Dio d’averti fatto nascere in un paese civile.
  • Ama, la scuola che ti pone in grado di soddisfare a tanti bisogni della vita e ti procura il modo di rendere più bella e gradita l’esistenza.
  • Il primo segno di rispetto e di riverenza verso la scuola è la pulizia della pelle, la nettezza degli abiti, la compostezza della persona.
  • Il maestro si adopera per la tua educazione ed istruzione e ti prepara a divenire un galantuomo operoso, utile a te stesso, alla famiglia e alla patria: amalo dunque e rispettalo.
  • La patria è il pensiero d’amore, il senso di comunione che stringe in uno tutti i figli di un territorio. Amala con tutte le forze dell’anima!
  • Ama l’umanità. In qualunque terra tu sia, dovunque un uomo combatte poi diritto, pel giusto, pel vero, ivi è un tuo fratello: dovunque un uomo soffre, tormentato dall’errore, dall’ingiustizia, dalla tirannide, ivi è un tuo fratello.
  • Ama il lavoro, amalo come sorgente di diletto, come fonte di guadagno, come condizione suprema della civiltà e del progresso.
  • Non mentire mai, o figliuolo, né per ischerzo, né per interesse, né per timore. La menzogna è l’espressione della viltà, dell’egoismo e della leggerezza.
  • Chi la dura la vince. Costanza vince ignoranza. La fatica promette il premio e la perseveranza lo porge.
  • Bisogna impartir presto a far buon uso del tempo. Il tempo è il primo tesoro dell’uomo laborioso. II tempo perduto non si trova mai più.
  • La cattiva compagnia conduce alla rovina. L’ozio è il padre dei vizi.
  • Fa ciò che devi, avvenga quel che può.

Antonio Camuso – Archivio Storico Benedetto Petroni

(da Fuori dalla Rete Natale 2022, anno XVI, n. 5)

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