Le rovine di un gratale, testimoni silenziose di un passato perduto che non dobbiamo dimenticare
di Angelo Capone (a.c@pone)
Che malinconia vedere questo vecchio “gratale”, un tempo cuore pulsante della vita rurale di paese, ora ridotto a un rudere silenzioso e un cumulo di macerie, abbandonato all’incuria degli uomini e del tempo. Le sue mura, un tempo scrigno di storie, di vita e di lavoro, ora sono ferite profonde che raccontano di un passato perduto e dimenticato. I ricordi emergono come spifferi tra le rovine, sussurrando di mani forti e callose che giravano le castagne, del crepitio del fuoco che riscaldava l’ambiente e le faceva seccare, del fumo che invadeva ogni angolo della casa. Il vociare dei componenti della famiglia si mescolava al profumo delle caldarroste o del pane appena sfornato, creando un’atmosfera di gioia e di convivialità che si dissolveva nel buio della sera a lume di candela, vicino al focolare, seduti tutti davanti al tavolo per cenare.
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