Care concittadine e cari concittadini,
Si è chiusa ieri un’esperienza amministrativa cominciata tre anni fa con un epilogo che non avremmo mai voluto fosse scritto ma che era inevitabile, anche alla luce degli eventi dell’ultima settimana, sui quali è doveroso fare chiarezza.
Il 22 aprile il Sindaco ha revocato da assessore e vicesindaco il consigliere Rino Ferrante, con successivo decreto ha nominato assessore Nello Patrone e confermato gli assessori Varricchio e Di Capua, dando a quest’ultima la carica di vicesindaco.
Tutto questo senza nemmeno informare di persona il “defenestrato”, né tantomeno l’assessore Di Capua, presente il 22 aprile al comune insieme all’ex Sindaco, salvo poi notificarle sulla posta elettronica la nomina di vicesindaco alle 13.00.
Tali decisioni, a nostro avviso, avevano un unico intento: garantire nel medio e lungo periodo una maggioranza blindata e bulgara in giunta, annullando ogni possibilità di confronto in seno all’organo esecutivo, confidando, ed è questo l’aspetto più sconcertante, che i due assessori confermati, ma apertamente disprezzati e offesi, potessero accettare senza battere ciglio la prosecuzione dell’attività amministrativa dopo questo vero e proprio “blitz” in giunta.
LA DEFENESTRAZIONE DI FERRANTE, SENZA CHE QUESTI NE FOSSE AL CORRENTE, E LA NOMINA, A SUA INSAPUTA, DELL’ASSESSORE DI CAPUA A VICESINDACO SONO CHIARI ESEMPI DI QUELLA “NUOVA” POLITICA, TANTO CARA ALL’EX SINDACO E TANTO SBANDIERATA.
APPROVARE DEGLI ATTI SENZA ALCUN CONFRONTO È LA “NUOVA” POLITICA.
CREDERE DI POTER DISPORRE DEI CONSIGLIERI, NONCHÉ DELLE PERSONE, COME PEDINE È LA “NUOVA” POLITICA.
È legittimo chiedersi, inoltre, come si possa conciliare con la “nuova” politica la nomina a vicesindaco dell’Assessore Di Capua, considerata l’incarnazione stessa della “vecchia” politica, la “demitiana per eccellenza”. Perché non revocare in blocco i cosiddetti “dissidenti”, visto che, a detta dell’ex sindaco, hanno creato problemi più che offrire soluzioni? Abbiamo ragione di credere che dietro questa manovra vi sia stata la volontà di insinuare nella cittadinanza il dubbio che due assessori (Di Capua e Varricchio) sarebbero stati disposti a barattare la nuova nomina e la conferma in giunta con la defenestrazione di Ferrante.
Quanto poi alle trame di palazzo, le uniche oscure manovre sono state quelle tese, fin da settembre 2019, a sovvertire la composizione della giunta, con imbarazzanti tentativi di “acquistare” nuove pedine, cercando sponda nella minoranza, per sostituire quelle scomode, fino alla scorsa domenica sera, in spregio alla volontà degli elettori e al risultato delle urne.
Queste sì, sono sicuramente manovre da “vecchia” politica.
Dignità politica e personale, per noi, vanno di pari passo ed entrambe contemplano il rispetto delle persone e dei rapporti umani. Non avremmo mai potuto prestare il fianco a questa cosiddetta “nuova” politica, che tutto è fuorchè strumento di progresso per il paese. L’interesse generale della comunità ha guidato sempre la nostra attività. Non ci appartengono personalismi, ambizioni e interessi di qualsivoglia natura. Nella stessa misura non ci appartiene l’idea di un confronto politico-amministrativo morto ancor prima di nascere. È inconcepibile che chi invoca trasparenza, democrazia e discussione, assuma decisioni unilaterali o tutt’al più ristrette ai suoi sodali, salvo poi ricordare di notificarle alla giunta che su quelle questioni è chiamata ad esprimersi.
Questa compagine amministrativa, composta da quasi tutti giovani, era nata per dare vigore e slancio alla vita del paese, ma così non è stato, perché a prevalere sono state logiche e atteggiamenti per contrapporre e dividere, non certo per unificare. Di questo avrebbe avuto bisogno ed ha bisogno la nostra comunità.
Quello che si è consumato in questa settimana è solo l’ultimo atto di una forte e aspra dialettica interna alla maggioranza che noi abbiamo sottolineato con dichiarazioni in giunta e in consiglio fin dal novembre del 2019. Eppure non abbiamo mai smesso di cercare il dialogo e il confronto, ma quando ci siamo resi conto che le nostre proposte su determinate questioni rimanevano inascoltate, abbiamo messo nero su bianco tanto le criticità su cui avremmo dovuto lavorare quanto le possibili soluzioni ai problemi e tali documenti sono agli atti del comune.
Ci siamo impegnati con sacrificio e determinazione per portare avanti fino alla naturale conclusione del mandato questa esperienza amministrativa, ma non vi erano più le condizioni politiche per farlo. È stato un passo doloroso quello compiuto ieri ma per onestà intellettuale ed onestà nei vostri confronti, non si poteva proseguire oltre.
Purtroppo il momento storico che stiamo vivendo, con le restrizioni imposte dalla pandemia, non ci consente una comunicazione più diretta con voi e tra voi ma ci riserviamo fin d’ora ad entrare nel merito di tutte le questioni amministrative, punto per punto e con documenti alla mano.
A noi interessano le ragioni profonde di questa crisi, non la costruzione di una macchina del fango ( in cui gli altri sono maestri, non noi) che già si è messa in moto con insinuazioni e attacchi personali.
Per questo ci auguriamo vi siano presto le condizioni per un confronto pubblico per chiarire tutta la vicenda amministrativa.
Un abbraccio alla comunità di Bagnoli Irpino
Rino Ferrante
Michela Di Capua
Maria Varricchio
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