Lettera aperta dell’Associazione Italiana per la Wilderness Sez. di Avellino

Il Presidente Marano Eugenio

L’associazione provinciale per la Wilderness, si prefigge di tutelare gli ambienti naturali Irpini, in un quadro sinergico con le comunità rurali. In questa cornice/scenario, l’associazione ha una visione naturalistica ed ecologica, non fondata sulla semplice conservazione degli habitat naturali, ma basata sulla tutela degli ambienti naturali, esercitata direttamente dalle comunità rurali, ad essa legati.

L’associazione ritiene i valori culturali del mondo agricolo e più nello specifico del mondo della montagna, valori, come “il sacrificio”, che le comunità compievano per “vivere” la montagna, principi di cui, oggi, bisogna riappropriarsi per tornare a “onorare” l’ambiente.

In questo quadro ben sì colloca la questione tutela dell’acqua dei Picentini.

I Monti Picentini rappresentano a livello europeo uno dei maggiori serbatoi di acqua idropotabile, è dalle loro pendici provengono gran parte degli acquedotti dell’Italia meridionale.

Ebbene oggi il complesso sistema idrografico dei Monti Picentini è sotto assedio!

Siamo al punto che i cambiamenti climatici, la qualità delle precipitazioni e la loro quantità, congiuntamente alle azioni antropiche, hanno determinato negli anni un costante impoverimento ed una strutturale fragilità del sistema idrografico dei Monti Picentini.

Già dal ‘93 viene istituito, per il complesso naturalistico dei Picentini, il parco regionale, il cui primo obiettivo doveva essere quello della tutela degli acquiferi, ma ad oggi questo (Ente Parco) al di là delle operazioni amministrative e gestionali, nulla ha detto o fatto rispetto alla tutela delle acque.

La questione ambientale che sentiamo di porre, con forza, e che riteniamo sia indifferibile, rispetto alle problematiche che oggi la affliggono, è quella relativa al sistema idrografico naturale e agli acquiferi dei Picentini, che vengono captati per uso potabile.

L’inosservanza (pedissequa) delle regole che garantiscono il Minimo Deflusso Vitale MDV, determina, nei periodi di magra un vero e proprio disastro ambientale non solo riguardante l’ecosistema fluviale, ma anche per tutto ciò che ad esso è legato. I tratti torrentizi delle sorgenti dei fiumi dei Picentini, sono costituiti da habitat ancora integri con flora e fauna dal valore inestimabile, rappresentando un insieme di biodiversità, come oramai ve ne sono pochi in Europa.

Le specie faunistiche, più impattate dalla crisi del sistema idrografico dei Picentini, che potremmo dire a rischio di estinzione locale sono, la trota di ceppo autoctono mediterraneo (in tali torrenti si riproduce ancora  naturalmente), il merlo acquaiolo, il gambero di fiume, l’ululone, la lontra, varie specie di rettili e anfibi, l’aquila reale, la cui nidificazione avviene proprio nei pressi delle sorgenti del fiume Calore, e i macro invertebrati bentonici, la cui scomparsa determinerebbe una irreversibile compromissione dell’intero habitat fluviale.

Rispetto alle captazioni degli acquiferi, denunciamo la mancanza di controllo sulle effettive quantità emunte e parimenti la mancanza di un dovuto ristoro ambientale per quelle comunità che conservano amministrativamente le fonti captate.

Su tutta la rete idrografica dei Picentini sono in corso una serie di attività antropiche rispetto alle quali va fatta una immediata verifica di compatibilità e ammissibilità. 

Tali attività, generanti enormi criticità, risultano essere:

  • L’afflusso turistico, senza regole in zone ad alto valore ecologico, senza tener conto della fragilità ambientale dei biotipi e delle biocenosi, si ricorda che in area “A” del parco gli accessi debbono essere limitati, se non inibiti;
  • Sistemi di depurazione che non svolgono correttamente ed adeguatamente la loro attività, riversando reflui ancora non trattati nella struttura idrica naturale;
  • Diffuse discariche, in tutta l’area protetta dei Picentini e in special modo lungo tutti gli argini del sistema idrografico;
  • Il disboscamento incontrollato e gli incendi (l’eccessivo accumulo di sedimenti fangosi, generatisi da tali attività, sul letto dei torrenti/fiumi, mette in crisi tutto il sistema vitale presente nel corso d’acqua);
  • I lavori di regimentazione idraulica, eseguiti sulle sponde e nell’alveo dei torrenti e dei fiumi, con totale manomissione della fascia riparia e dell’alveo, senza nessuna attenzione verso il sistema naturale dei fiumi (La fascia riparia svolge un insostituibile ruolo filtro per la salvaguardia della qualità dell’acqua. Fornisce ombreggiamento limitando la proliferazione algale. Protegge l’acqua dal riscaldamento garantendo l’equilibrio termico. Costituisce uno dei principali “corridoi ecologici” del territorio. Le buche nell’alveo determinano una profondità dell’acqua, fondametale a proteggere e a supportare la diversità ittica e di altri organismi viventi, durante la stagione secca);

La nostra più grande paura è quella di aver costatato, come il lento degrado della natura dei Picentini, sia avvenuto, ed avviene, per le scelte sbagliate operate dall’uomo e per la sua impreparazione rispetto alla conoscenza e gestione degli equilibri naturali. Frasi come “valorizzazione del territorio” connesse a parole come “finanziamenti” e “contributi”, pronunciati da persone per niente esperte in problemi ambientali, fanno temere il peggio, a chi, vivendo con passione ed esperienza la natura, sa che questa non ha bisogno di investimenti in denaro, ma che anzi proprio questi possono essere la causa della sua umiliazione e distruzione per meri scopi affaristici-economici. La natura, se lasciata al suo stato primordiale, autogestisce i propri equilibri e cicatrizza le proprie ferite, come fa da migliaia di anni. Chiediamo alle Istituzioni, in indirizzo, di attivarsi immediatamente su quanto qui da noi esposto e denunciato, poiché, riteniamo che rispetto a quanto, da noi lamentato, si sia abbondantemente oltre il “lecito”.

Le trasformazioni antropiche, le attività impattanti sul reticolo idrografico, gli emungimenti senza la valutazione del deflusso minimo vitale, sono tutte attività dove la legalità viene considerata un di più e la deroga “per  necessità” invece considerata oramai la norma!

Speriamo in un Vostro, dovuto, interessamento e ci auguriamo di poter avere un dialogo per illustravi il grande valore naturalistico dell’area dei Picentini e parimenti la sua fragilità, potendo, in tale incontro, approfondire gli argomenti che qui sono stati sinteticamente descritti sia da un punto di vista tecnico-scientifico che legale.

Senza acqua non c’è vita!

Grande parte della vita dell’Italia meridionale dipende dalla tutela e dalla protezione del sistema degli acquiferi dei Monti Picentini, non possiamo rispetto a tale onere far finta di non guardare o peggio ancora pensar di delegarne agli altri la tutela.

Montella (AV), ottobre 2019

ASSOCIAZIONE “WILDERNESS ITALIA” – SEZIONE “HIRPUS” AVELLINO
Il Presidente Marano Eugenio


Lettera + Note compilative

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