L’operaio assunto per un giorno e il padrone spilorcio

“Li cuntarielli” di Aniello Russo

Un contadino di Monteforte, taccagno più di quanto non lo fossero già i suoi compaesani, una volta assunse un operaio a giornata, originario di Cesinali, per mietere il grano nel suo fondo.

Lo costrinse a faticare dall’alba. Giunto mezzogiorno gli diede solo un pezzo di pane e subito di nuovo a mietere. Solo quando calò il buio, il padrone lo fece smettere e rientrarono per cenare. Ma lui si era accordato con la moglie per ingannare l’operaio sfortunato. Finse di scendere in cantina a prendere il vino, intanto che la moglie accendeva il fuoco nel camino. L’operaio stava seduto sulla panca accanto al focolare…quando la donna si mise ad urlare: “Ehi, che fai? Se non la smetti chiamo mio marito!

 “Che è successo? Chi è stato?” Disse il marito irrompendo nella cucina.

“E’ stato lui!” Esclamò la moglie accusando il povero operaio.

“Che cosa ti ha fatto?”

“Mi ha toccato le pacche del culo”

“Ora vado a prendere la doppietta e ti tolgo dalla faccia della terra” esplose il marito contro l’operaio.

Ma l’operaio lasciò tutto e già aveva guadagnato l’uscita, dandosi alla fuga.

Fece ritorno a casa a precipizio con una mano si copriva la testa e con l’altra il didietro, digiuno e senza denari.

“Li cuntarielli” di Aniello Russo

(da Fuori dalla Rete, Marzo 2020, anno XIV, n. 1)

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