Mare Nostrum, il cimitero della disperazione

di Gino Di Capua

“Abitanti di un mondo in declino, trepidiamo soltanto per la nostra ricchezza, proprio come i popoli vecchi, le civiltà al tramonto. E non ci accorgiamo che nelle nostre città, in cui coltiviamo la nostra artificiale solitudine, vi sono già alveari ronzanti, di rumore e di colore, di preghiera e di furore. Il mondo di domani.” (Domenico Quirico)

È l’ennesima strage in mare quella avvenuta al largo delle coste libiche.

“Nel pomeriggio la nave My Rose ha avvistato il gommone”… Ha raccontato Alessandro Porro, Presidente della ong. “Ci siamo trovati letteralmente a navigare in mezzo ai cadaveri. Ci siamo avvicinati ed è stato come navigare in un mare di cadaveri. Letteralmente.

Leggere ancora queste notizie nel 2021 fa male. Ho avuto occasione di scrivere che il mondo non dovrebbe avere confini o limiti, ognuno dovrebbe essere libero di spostarsi dove vuole, e invece questo è il risultato delle politiche razziali tra i popoli.

Siamo tutti colpevoli. Anche di queste ultime vite spezzate nel tentativo di salvarsi da guerre e miseria. Siamo stanchi. Stanchi di veder morire donne, uomini, bambini e anziani nel Mare Nostrum.
Stanchi della disumanità.

Rimango esterrefatto nel constatare che troppi dei nostri concittadini hanno un livello morale e di compassione che si leva solo nei giorni festivi: “Natale e Pasqua”, che mettono immagini sacre sulle loro pagine FB, e poi hanno da ridire sulla morte di centinaia di persone tra cui donne e bambini? Che li rivogliono mandare a casa loro, a morire di stenti, di miseria, di guerra, mentre noi da secoli depauperiamo le loro terre? Si può essere così disumani? Provo pena per quelli che la pensano così.

L’ Africa e’ un macello a causa dell”‘uomo “Biango”, del “Buana” che da secoli distrugge, ammazza, depreda quelle terre. Noi gli rubiamo anche le offerte fatte all’UNICEF in aiuto ai loro bambini.

Li avessimo lasciati in pace, ora non sarebbero costretti ad abbandonare gli affetti di casa e rischiare la vita,  perché sanno di rischiarla, su un guscio di noce. Sono disperati, mica scemi!

Soccorso, accoglienza e solidarietà sono doveri giuridici oltre che umanitari, morali, politici, sociali…
Sono valori universali che ogni nazione civile deve tutelare. Peraltro i flussi migratori si ridurrebbero ai minimi termini se la pace trionfasse e gli squilibri economici fossero annullati.

Quand’è che tutti i governi del mondo si mettono davanti a un tavolo a discutere per la pace assoluta nel mondo, per la sconfitta della povertà, per la tutela dell’ambiente e per l’abbattimento delle diseguaglianze economiche e sociali?!

Pace, uguaglianza, lavoro, ecologia e giustizia sociale sono oltre che valori universali anche i migliori modi per ridurre al minimo i flussi migratori. Invece repressione e respingimenti causano solo naufragi e impongono agli immigrati a usare barconi della speranza dalla forma di gusci di noce.

Ma forse ha ragione chi li respinge. Perchè dobbiamo accogliere questi africani? Meglio, molto meglio che se ne stiano nel loro paese e, se è un ragazzino, che vada a lavorare ed estratte quel coltan di cui abbiamo tanto bisogno per i nostri cellulari, pc, batterie elettriche per la auto di nuova generazione.

Invece NO! Testardi, preferiscono rischiare la traversata del Sahara e poi del Mar Mediterraneo?

Che dire: veramente un comportamento al di fuori di ogni logica…
 
 Gino Di Capua

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