Adolf Hitler affidò ad un libro (Mein Kampf, che ha ripreso minacciosamente a circolare) il suo progetto di costruzione di uno stato capace di conquistare il mondo e di eliminazione degli ebrei e dei diversi. Questo per dire che nei libri c’è tutta la storia dell’uomo, le sue conquiste ma anche gli orrori di cui è stato capace.Ma leggere, acquisire conoscenze, acculturarsi resta comunque l’unica strada per vivere attivamente e consapevolmente la propria vita. La cultura è libertà. Lo sapevano bene i talebani che spararono in faccia a Malala Yousafzai, allora quattordicenne, che, in Pakistan, chiedeva solo di andare a scuola. La cultura, la bellezza delle opere dell’ingegno dell’uomo offendono il barbaro. L’emancipazione delle donne è cominciata quando le ragazze hanno cominciato a frequentare le scuole e l’Università, a leggere, a conoscere mondi diversi.
Oggi la scuola è messa seriamente in discussione. Il valore di una laurea, frutto di sacrifici duri e che non tutti sono disposti a fare, è messo in dubbio. Chi parla di conoscenza e di cultura viene guardato con sospetto. Oggi il contrario di Cultura non è Ignoranza, ma Barbarie. Il ritorno all’età della pietra, evidentemente, è più facile da raggiungere. “Nei libri”, pubblicata nel 2010, fu scelta per introdurre l’omonima raccolta. Non avevamo ancora un Ministro dell’Interno fascista ma, evidentemente, se ne intravedeva l’ombra.
NEI LIBRI
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Nei libri
è la storia
dell’uomo
e il suo futuro.
Appeso
a fragili pagine
il destino.
Fa e disfa
le avventure
la parola.
Racconterà
la parola
il trionfo
o la sua fine.
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Luciano Arciuolo
(da Fuori dalla Rete, Luglio 2018, anno XII, n. 4)
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