Prendo spunto per questa mia riflessione da un vecchio articolo di Jeff Israely, giornalista, ex inviato a Roma di Time, e fondatore del sito di News Worldcrunch, che ha pubblicato sul sito del Nieman Journalism Lab (un’associazione che si occupa di ricerca sul giornalismo interna all’Università di Harvard), una attualissima riflessione sul ruolo dei giornali e dei giornali online nella scelta di ciò che offrono ai lettori e di specchio quello che la nostra associazione, mi auspico, potrà avere in futuro.
In un paese piccolo come il nostro il ruolo di un’associazione culturale è determinante al fine della crescita della popolazione anche quando si devono veicolare messaggi non sempre popolari. In questo senso da un decennio il nostro circolo è stato decisivo, facendo emergere tematiche sempre sopite ed evidenziando individualità giovanili dalle forti potenzialità.
Come anche con i giornali il nostro compito è sempre dibattuto in merito ad una domanda fondamentale: <<Quali contenuti deve avere la informazione del Circolo?>>.
Sempre dall’articolo sopra citato ricavo che la risposta si possa racchiudere in due filoni: il primo è quello dell’informare o intrattenere, il secondo quello di far risparmiare o non fare sprecare tempo al lettore (cittadino).
Il lavoro organizzativo effettuato, negli anni, per costruire i contenuti del nostro Circolo è stato flebile ma spontaneo. Grazie al contributo dei soci e non solo, grazie al direttivo e, direi soprattutto a Mimmo Nigro i contenuti ed anche le regole per gestirli si sono sviluppati “motu proprio”.
Ora però che il Circolo è diventato adulto e ha tante riconoscenze grazie anche alle innumerevoli visualizzazioni del sito, necessita operare una scelta di indirizzo. Bene e giusto fare in modo che i nostri concittadini utilizzino il Circolo, il suo giornalino e il suo sito per comunicare tra loro e ad una platea sempre più vasta, ma dobbiamo operare una sorta di regolamentazione.
A questo punto mi viene naturale ricordare gli innumerevoli denigratori del Circolo che, negli anni, vedendolo sempre col fumo negli occhi, si sono adoperati spesso per calunniare il suo operato. Questi stessi soggetti però, di recente, hanno scoperto l’enorme risonanza del mezzo e colpiti dal fulmine della scrittura sono continuamente presenti sul giornalino e sul sito esercitando, quasi, un’occupazione malefica anche con la complicità imprevista e non sempre casuale dello stesso direttivo. Mi fermo qua per non alimentare altre inutili polemiche.
Ritornando ai contenuti del nostro dibattito, cercando di non essere troppo lungo mi soffermerei su pochi aspetti che, secondo me, andrebbero perfezionati e/o implementati per rendere il servizio migliore.
Non credo che riportare le notizie prese da altri organi di informazione “sic et simpliciter” dia un contributo di crescita e/o discussione. Oramai le informazioni ci vengono veicolate da una miriade di “mass media“ e ci raggiungono in ogni tempo ed in ogni luogo. Sarebbe compito nostro e del nostro Circolo ricavare dalle suddette informazioni gli spunti critici per approfondimenti e discussioni che possano interessare la comunità locale.
Pure su questo, correndo il pericolo della provocazione, vorrei fare una riflessione sul recente passato.
Ho avuto occasione di sfogliare la relazione di fine mandato della vecchia amministrazione. Oltre ai numeri, implacabili e certi, ci sono tutta una serie di considerazioni, più o meno condivisibili, che avrebbero necessità di essere approfondite. Purtroppo niente, una occasione mancata. Il nostro Circolo, secondo me, se ne sarebbe dovuto occupare e, nel caso, valutare a bocce ferme le scelte fatte.
Invece di creare nel cittadino lettore la morbosità e l’aspettativa della notizia negativa (l’avviso di garanzia, l’ordinanza di demolizione, il mancato finanziamento, l’archetto fuori posto) sarebbe opportuno documentarsi e sviluppare una analisi seria e serena su cause e sui rimedi in merito a talune sentite problematiche anche con il contributo di non addetti ai lavori.
La notizia che fa risonanza serve a chi deve vendere il giornale, a noi ci serve solo se funzionale alla discussione. In sostanza quindi i contenuti dovrebbero essere più approfonditi il che comporta, da parte nostra, nell’effettuare uno studio preventivo (delle cosiddette carte), una valutazione possibilmente oggettiva e una ricerca di contributi, anche non indigeni, ma qualificanti: solo così possiamo rendere un servizio alla comunità.
Anche ospitare sulle nostre pagine alieni di ritorno può servire, ma l’agenda la deve dettare il Circolo che non dovrà farsi cooptare alla stregua di un giornalino propagandistico e, qualche volta, sarà necessario anche decidere di non pubblicare tutto e tutti.
Per il futuro del Circolo stesso ci dobbiamo dare una regolamentazione in seno all’assemblea e in seno al direttivo liberando i nostri amici più vogliosi e più attenti (alle sorti del circolo stesso), quelli che lo fanno funzionare, dal gravoso onere di regolare in corsa il modus operandi. Le regole che assieme ci daremo ci consentiranno di evitare, soprattutto nei momenti topici, l’utilizzo della nostra comunicazione per fini di parte.
NELLO MEMOLI
(da Fuori dalla Rete, Settembre 2018, anno XII, n. 5)
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